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Kubrick, i Teletubbies e Los Toreros de Cantabria

L’Allianz Arena di Monaco sorge in un non-luogo che fa pensare a bizzarri abbinamenti. Mentre i tifosi spagnoli superano in fantasia gli artisti di strada

Los Toreros de Cantabria
(R. Scarcella)

Per capire davvero cos’è e dove si trova l’Allianz Arena non bisogna andare il giorno della partita, ma il giorno prima, quando non c’è quasi nessuno e tutta la zona sembra un enorme set dei Teletubbies messo nelle mani di Stanley Kubrick.

A venti minuti di metropolitana dal centro c’è questo non-luogo dove il verde dell’ultima campagna che resiste all’avanzata del cemento di Monaco si mischia a costruzioni fuori misura per un umano. Lo stadio, bianco, enorme – ma dalla consistenza apparentemente soffice – lo vedi da lontano. Subito sotto c’è un deposito di treni che la distanza e la prospettiva fanno sembrare una di quelle ferrovie in miniatura per collezionisti.


R. S.
Quando i Teletubbies incontrano Kubrick

Ad accoglierti, mentre avanzi minuscolo e solo su un ponte fatto per migliaia di persone, ci sono una gigantesca pala eolica e una lunga serie di altissime e sottili aste bianche, rigonfie e arrotondate sulla cima: sembrano enormi cotton fioc o segnalatori d’atterraggio per astronavi. Invece in cima hanno una lettera e un numero messi lì per ricordarti – a chilometri di distanza – in quale parcheggio potresti aver lasciato la macchina.

Sullo sfondo, un paio di costruzioni industriali in quello stile avveniristico di un volta, con coni ribaltati, superfici bianco e argento e oggetti inutilmente aerodinamici: un po’ come ci si immaginava questo inizio di millennio negli anni Sessanta, quando mettere piede sulla Luna sembrava solo il primo passo verso un futuro già scritto dentro i libri della collana Urania. Qua e là passeggiano puntini gialli, verdi e blu, sono i colori da Teletubbies delle divise dei volontari, diversi a seconda della mansione.


R. S.
L’Allianz Arena, straniante senza l’afflusso di tifosi

La sera, in centro, si vedono solo maglie della Spagna e così anche la mattina della partita, dove a Marienplatz, la grande piazza con il famoso orologio meccanico, se ti tappassi gli occhi e ascoltassi solo le voci potresti benissimo illuderti di trovarti a Madrid. Anche per il caldo che fa, da estate spagnola anche quello.

Tra chi parla castigliano ci sono anche un signore e un ragazzo con la maglia della Francia: si chiamano Pablo e Samuel, arrivano da Monterrey, Messico, e sono venuti in vacanza con il resto della famiglia (numerosissima) in Germania apposta per l’Europeo. Avevano comprato i biglietti per la semifinale prima ancora che si sapesse chi l’avrebbe giocata. Samuel, che indossa la maglia di Griezmann, tiferà Francia, Pablo la Spagna.


R. S.
Lorenzo, torero de Cantabria

Sanno bene per chi tifare Los Toreros de Cantabria, un gruppo di attempati signori agghindati da toreri che sono la felicità delle troupe televisive: girano con sorrisi, bandiere e uno stereo portatile. Uno dei fondatori, Lorenzo, spiega che hanno visto tutte le partite sin dal debutto con la Croazia e che il loro primo Europeo fu quello del 2012, vinto dalla Spagna. Da lì non hanno più smesso.

L’altro polo d’attrazione è uno dei due bar di fronte al carillon, dove si serve birra Paulaner e dove un trombettista spagnolo circondato da altri tifosi lancia canzoni che dopo due secondi diventano cori. Il locale dall’altro lato della piazza, che serve un’altra birra locale, la Hacker-Pschorr, è il ritrovo dei francesi. Tra loro, a un certo punto, si siede anche un signore con la maglia numero 10 del Mondiale 1998, quello vinto in casa, e la scritta “Dieu”. Un omaggio a Zidane a quanto pare.


R. S.
Dieu c’è e tiene per la Francia

Per strada diversi tifosi rivendono biglietti a prezzo di costo mandando in crisi il sistema dei bagarini. In effetti, contro ogni pronostico, lo stadio fatica a riempirsi. Persino l’Uefa, a poche ore dal calcio d’inizio, ha ancora in vendita biglietti sul proprio sito (sebbene non a buon mercato, ma a partire da 400 euro).

Intanto un artista di strada che impersona una specie di uomo d’acciaio – superato in bizzarria da toreri, trombettieri, dèi francesi e Napoleoni vari – ignorato dai passanti, si stufa, prende le sue cose e se ne va. Poco più in là, verso Odeonsplatz, c’è un freestyler con la maglia della Spagna che palleggia in tutti i modi: da sdraiato, con le spalle, saltando su un piede. La gente si ferma, si stupisce, apprezza, applaude e poi gli riempie la cassetta delle offerte. Anche tra gli artisti di strada non basta avere una buona idea, c’è sempre bisogno del palco giusto su cui esibirsi.


R. S.
L’artista di strada, battuto dai toreri, lascia il campo