Murat Yakin a 24 ore dalla terza partita europea della Svizzera, quella contro la Germania che metterà in palio il primo posto di gruppo
Meglio non mettere le mani in un ingranaggio che funziona. La Germania ha già timbrato il cartellino per gli ottavi di finale, alla Svizzera manca un piccolissimo percentuale. La sfida di domani sera a Francoforte potrebbe tradursi in una sorta di amichevole, con in campo le seconde linee, tanto la classifica del gruppo A, così come è ora, andrebbe bene sia ai tedeschi sia agli elvetici. I due selezionatori, Murat Yakin da una parte e Julian Nagelsmann dall'altra, non sono però d’accordo e lo fanno sapere durante la conferenza stampa della vigilia. Squadra che vince non si cambia e allora in campo i migliori giocatori. Di principio anche quelli gravati da un cartellino giallo. Yakin su questo tema è perentorio… «Ho a disposizione l’intera rosa, sono contento che non vi siano infortunati. Ho dunque giocatori a sufficienza nel caso in cui qualcuno dovesse andare incontro a squalifiche. Tutte le posizioni hanno un’alternativa, per cui non c’è motivo di risparmiare i diffidati».
Gli fa eco il suo omologo tedesco… «Stasera mi riunirò con lo staff e decideremo la formazione di partenza. Per me è soprattutto importante mantenere il ritmo e migliorare amalgama e intesa. Durante la stagione, le possibilità per questi ragazzi di allenarsi assieme sono molto scarse, per cui ritengo che ogni occasione per migliorare l’intesa debba essere colta al volo. Detto ciò, io mi fido ciecamente di tutta la rosa a disposizione, ma se fossi un giocatore non sarei particolarmente contento se l’allenatore mi mandasse in campo soltanto per sostituire un compagno gravato di un cartellino e che poi tornerà in squadra al mio posto per gli ottavi di finale. Se poi qualcuno dei nostri dovesse beccarsi un altro giallo, gli elementi per sostituirlo ci sono, per cui da questo punto di vista non facciamo molti calcoli. La nostra rosa è assolutamente all’altezza».
Se avranno davvero mantenuto i loro propositi o se la notte li avrà spinti a nuove scelte, lo sapremo domani sera. Ma quello sulla formazione iniziale non è l’unico punto sul quale Yakin e Nagelsmann si sono trovati d’accordo. Anche le condizioni del terreno da gioco dello stadio di Francoforte hanno dato vita a commenti simili…
«Personalmente – afferma Nagelsmann – non mi preoccupata tanto la partita in sé stessa, quando la salute dei giocatori, sia i miei, sia quelli svizzeri. Su un terreno privo di grip, diventa facile mettere un piede in fallo e infortunarsi. Tuttavia, non dobbiamo limitare tutto alle cattive condizioni del manto erboso. Siamo professionisti e bisogna adattarsi alla situazione».
Murat Yakin, addirittura, vuole vederci un aspetto positivo e la prende sul ridere: «Nel nostro campo base di Stoccarda, ci siamo allenati per una settimana su un terreno in pessime condizioni, per cui potremmo forse trarre un vantaggio dal brutto manto erboso di Francoforte».
La situazione di classifica potrebbe però indurre a pensare che la partita con la “P” maiuscola non sia quella di domani, bensì l’ottavo di finale, presumibilmente sabato prossimo… «In realtà, quello contro la Germania è un confronto di prestigio e siamo desiderosi di presentare il nostro miglior calcio. La situazione di classifica è buona, ce la siamo conquistata con il nostro lavoro e ora pensiamo soltanto alla sfida di domani. Tutto il resto nella nostra testa è ancora molto lontano. Quella contro i tedeschi è una partita che tutti sentono molto, basti pensare che due terzi della rosa ha un presente o un passato nella Bundesliga. Per quanto riguarda i possibili avversari, in questo Europeo non esistono squadre deboli e le partite sin qui disputate ce lo hanno confermato. Abbiamo i nostri scout che stanno seguendo i possibili avversari, dal canto nostro dobbiamo certificare il passaggio del turno con l’avallo della matematica. Di Nagelsmann apprezzo tante cose, a iniziare dal coraggio nelle convocazioni, basate unicamente sulla forma del momento e non sul nome altisonante, il suo modo di giocare è interessantissimo, pianificato in ogni centimetro del campo. Tuttavia, non vogliamo chiuderci in difesa, ma mostrare le nostre qualità».
Murat Yakin è un selezionatore che ama sorprendere, a volte con scelte giudicate rischiose… «Lo stimo molto, è un ottimo allenatore e anche a livello personale abbiamo diversi punti in comune. È vero, la Svizzera è scesa in campo ogni volta con alcune posizioni sorprendenti. Possiede una rosa esperta, ma pure giovane e quindi desiderosa di mettersi in mostra al servizio della Nazionale, ma pure per logiche di mercato. È senza dubbio l'avversario più forte di questo girone, per quanto né contro l’Ungheria, né contro la Scozia sia riuscita a giocare sullo stesso livello per tutti i 90’, con un secondo tempo sempre di qualità peggiore rispetto al primo. Mi aspetto una sfida avvincente».
Dopo essere entrato in corso d'opera nelle prime due partite, Breel Embolo potrebbe partire titolare contro la Germania… «Mi piacerebbe sapere come fate a conoscere con tanto anticipo la formazione che Yakin manderà in campo. Ve lo chiedo perché io non la conosco. E mi sembra che il mister in questo Europeo abbia già stupito tutti più di una volta, anche noi giocatori, magari sicuri di iniziare la partita e invece relegati in panchina. Che poi tutti sperino di giocare, questo è ovvio. Sfidare la Germania in una fase finale di un Europeo è qualcosa di speciale, per noi giocatori, come per tutta la nazione. Tuttavia, non abbiamo bisogno di nessuno stimolo per scendere in campo con in testa la voglia di vincere, basta il contesto nel quale ci troviamo».
Breel Embolo è stato a lungo in forse per questo Europeo, dopo la rottura dei crociati del ginocchio e, nelle ultime settimane, un guaio muscolare alla coscia. Ciò nonostante, Murat Yakin non ha mai dubitato del suo centravanti… «La fiducia e il sostegno del mister sono stati importanti nei lunghi mesi di riabilitazione. Il rapporto con lui è sempre stato speciale ed è stato lui, quando era alla testa del Basilea, a darmi la prima possibilità nel calcio professionistico. Anche prima della Nazionale, insomma, tra di noi c’era un rapporto particolare. L’ultimo anno non è stato facile. Dopo la rottura dei crociati, l’unica notizia positiva è stata quella relativa alla possibilità di recuperare in tempo per Euro 2024. Avrei voluto una stagione più semplice, ma non sono uno che piange sul latte versato, preferisco guardare avanti».