Nel primo autentico big match stagionale di Champions, le finaliste del 2023 raccolgono 1 punto ciascuna
Nel remake della finale di Champions di due anni fa, City e Inter – al primo autentico big match del rivoluzionato massimo torneo continentale – hanno dato vita a Manchester a un match senza reti, vivace, ma non certo di altissima qualità. Il torneo, del resto, è lungo, e iniziare con un pareggio non dispiace a nessuno, specie se in ballo ci sono due squadre di primo livello, entrambe cn grandi ambizioni.
L'Inter, che rinuncia a qualche titolare (sopra tutti Lautaro Martinez, sostituito da Taremi), inizia il match piuttosto abbottonata: conosce bene la forza dei Citizens, e dunque non vuole rischiare nulla. Dopo una quindicina di minuti di marca quasi esclusivamente inglese (più a livello di possesso che di occasioni create), comincia a vedersi un po‘ anche la squadra ospite, specie con qualche sortita in contropiede. La sola autentica palla-gol per i padroni di casa ce l'ha ovviamente Haalands, che di testa al 19’ impegna Sommer: la capocciata del norvegese, ad ogni modo, è piuttosto innocua. A rispondere, un minuto più tardi, è Calhanoglu con una bordata che frutta ai nerazzurri una corner. In seguito, si vedono solo timidi tentativi su entrambi i fronti, ma è certo che i lombardi, tranne forse nei primissimi minuti, non mostrano alcun timore reverenziale. Prima della pausa c‘è da segnalare solo un errore di Bastoni in uscita, che regala a Haaland un pallone invitante: il vichingo però lo ciabatta sul fondo. Sull'altro fronte, invece, una conclusione non troppo pulita di Thuram, anch'essa fuori bersaglio, e un tiro di Augusto neutralizzato da Ederson.
La ripresa, giocata dai padroni di casa senza Debruyne infortunatosi sul finire dei primi 45’, vede una grande opportunità sprecata dai nerazzurri in contropiede con Darmian (52‘) e, poco dopo, un nuovo errore di Bastoni in fase di disimpegno, per sua fortuna non sfruttato dagli inglesi. Il possesso di palla è sempre a favore degli Sky blues (60-40% circa), ma è piuttosto sterile, dato che Sommer veri pericoli non ne corre. Soprattutto fa specie vedere Haaland – 41 gol in 39 partite di Champions in carriera – restare a secco. Al 65’, Inzaghi mette mano alla formazione, togliendo Thuram e Zielinski per fare a spazio a Lautaro e Mkhytarian, ma l'inerzia del match comunque non cambia: a concludere più spesso sono sempre i Citizens, ma senza risultare pericolosi, sia per loro imperizia (specie Gündogan) sia per la puntualità di Sommer in un paio di occasioni. Stesso discorso sull'altro fronte: quando non sono gli italiani a sbagliare, ci pensa Ederson a sventare la minaccia, come su un bel tiro di Lautaro all'84'. Termina dunque 0-0 e si allunga per il City la striscia di 31 partite consecutive casalinghe senza sconfitte in Champions League.