A Istanbul gli inglesi, al primo trionfo nella coppa dalle grandi orecchie, battono l'Inter 1-0 con una certa fatica
È giunta finalmente l'ora del Manchester City, che a Istanbul, nella seconda finale di Coppacampioni della sua storia, riesce ad alzare il massimo trofeo continentale per club. Battere l'Inter, ad ogni modo, per gli uomini di Pep Guardiola non è stato per nulla facile: come da tradizione, i nerazzurri si sono infatti chiusi quasi perfettamente per 70 minuti e gli inglesi, privi del loro faro De Bruyne già dal 34‘ per problemi muscolari, non sono riusciti a produrre il loro solito gioco spumeggiante. La missione, ad ogni modo, è compiuta, e dopo il titolo inglese e la Fa Cup arriva anche la Champions League a completare un ’treble‘ davvero storico. Per il tecnico Guardiola è il terzo trionfo, dopo i due colti ai tempi del Barcellona. Per l'Italia, invece, è la terza finale persa in pochi giorni dopo le sconfitte della Fiorentina - in Conference contro il West Ham - e quella della Roma in Europa League contro il Siviglia.
L'Inter inizia più alta di quanto ci si aspetti, specie di quanto si attenda Guardiola, e dunque i Citizens fanno più fatica del previsto a uscire dalla propria zona e ad impostare. L'iniziativa però, per quanto sterile, è sempre di marca inglese. Bisogna arrivare al 20‘ per vedere il primo tiro, un destro al volo da lontano di Lautaro, che finisce altissimo. Ederson, portiere brasiliano dei Citizens, nei primi 25 minuti fa correre più di un brivido ai tifosi inglese, dapprima uscendo senza convinzione su una palla che battezza sul fondo ma che poi in realtà rimane in gioco e poi con un rilancio fallito quando si trova assai lontano dalla porta, che solo per fortuna non si trasforma in un regalo agli interisti (25’).
Al 27‘, prima occasione per Haaland ben servito da De Bruyne, che dal vertice sinistro dell'area piccola spara un collo mancino su Onana, che chiude bene l'angolo. Un minuto più tardi è lo stesso De Bruyne, di destro, a chiamare in causa il portiere camerunese, che comunque gestisce bene la minaccia. E poi è ancora il belga a essere protagonista suo malgrado, quando si fa male - problema muscolare - e fa temere a tutti che debba essere sostituito. Ad ogni modo, sia rialza e continua a giocare. Ma è un'illusione: al 34’, dopo averci provato, è costretto a dare forfait: la perdita per il City è pesantissima, malgrado a prendere il suo posto sia un certo Foden. Già due anni fa, nella finale di Champios tutta inglese persa contro il Chelsea, la stella del City era dovuto uscire dopo 60’ per colpa di un intervento di Rudiger.
Al 43‘, l'arbitro polacco Marciniak grazia Dumfries che si aggrappa clamorosamente alla maglia di Grealish - fin lì poco in evidenza - che lo aveva saltato: non si capisce per quale arcana ragione non scatti il cartellino giallo. Al termine del primo dei due minuti di recupero, tentativo dalla lunga distanza del nazionale rossocrociato Akanji, che però è senza fortuna. Si va all'intervallo senza null'altro da segnalare.
Nella ripresa, almeno all'inizio, la musica non cambia: è sempre il City a condurre le danze, ma i lombardi chiudono bene - come durante tutta la campagna europea - e lasciano ben poco agio agli inglesi, peraltro assai imprecisi le poche volte che riescono a creare superiorità numerica, e in difficoltà a cambiare ritmo. Lo scorrere dei minuti fa il gioco dei nerazzurri, che sono gli outsider e dunque quelli più interessati a giungere al 90’, e dunque ai supplementari, sullo 0-0. Al 56‘, anche a causa di crampi, si realizza prima di quando fosse prevista la staffetta fra Dzeko e Lukaku, che prende il posto del bosniaco al centro dell'attacco milanese. Al 58’, occasione per Lautaro, che dopo un errore di Akanji si presenta un po‘ defilato sulla sinistra davanti a Ederson e, invece di servire proprio Lukaku, meglio piazzato, calcia sul portiere.
Il gol che sblocca il risultato - e che finalmente libera l'urlo dei tifosi inglesi fin lì troppo silenziosi - giunge al 68’, quando Rodrigo calcia al volo di destro una respinta della difesa italiana che giunge al limite dell'area e non lascia scampo a Onana. L'Inter non pare subire troppo il contraccolpo, e quasi subito, con un pallonetto di testa di Dimarco che si stampa sulla traversa dopo un rimpallo favorevole nell'area inglese, va vicina al pareggio. Al 73‘ è invece un destro di Lukaku troppo centrale a chiamare Ederson all'intervento. Per i nerazzurri, è finito il tempo della difesa a oltranza: sono ormai obbligati a essere incisivi. E così Inzaghi, in cerca di maggiore spinta, mette in campo Gosens al posto di Bastoni e Bellanova per Dumfries. Sono però i Citizens, con Grealish, a farsi più pericolosi: il suo interno sinistro dopo un'incursione solitaria è neutralizzato da Onana, ma l'inglese avrebbe potuto, e dovuto, servire Haaland, in serata opaca ma nell'occasione ben posizionato in mezzo all'area.
All'82’, Walker sostituisce Stones e Akanji si sposta al centro della retroguardia del Manchester, mentre sull'altro fronte escono Darmian e Calhanoglu ed entrano Mkhitaryan e D'ambrosio. Sono gli interisti, secondo logica, a farsi più pericolosi nell'assalto finale, con Lukaku che di testa da distanza ravvicinata dopo una sponda aerea di Gosens fa compiere un miracolo a Ederson. Lo stesso Lukaku, poco dopo, angola troppo il sinistro e spedisce sciaguratamente sul fondo una palla invitantissima. Marciniak dice che i minuti di recupero saranno cinque, durante i quali finalmente anche Haaland si fa notare: reciproche scorrettezze con Onana e giallo per entrambi. L'ultima occasione, quando ormai il tempo è scaduto, è un colpo di testa di Gosens che fa compiere a Ederson un ultimo miracolo. Finisce 1-0, ha vinto la squadra più forte, anche se ha penato a dimostrare di esserlo. Il City completa la stagione perfetta e Manuel Akanji è il secondo svizzero a vincere la Champions dopo Stéphane Chapuisat nel 1997 con la maglia del Borussia Dortmund.
«È una sensazione indescrivibile quella che provo stasera», ha detto dopo il giro d'onore con la coppa appena conquistata Manuel Akanji. «Nel primo tempo abbiamo faticato», ha aggiunto, «mentre nella ripresa tutto è andato meglio, e siamo stati anche un po‘ fortunati, nel finale. Mi spiace per il malinteso che ho avuto con Ederson, non so se toccasse a me o a lui andare su quel pallone, abbiamo regalato una grande occasione a Lautaro Martinez, ma poi per fortuna lo stesso Ederson ci ha messo una pezza».
Manchester City - Inter 1-0 (0-0)
Rete: 68‘ Rodrigo 1-0.
Stadio Atatürk, Istanbul, 71'412 spettatori - Arbitro S. Marciniak (POL).
Manchester City: Ederson; Akanji, Dias, Aké; Stones (82’ Walker), Rodri; Bernardo Silva, De Bruyne (36‘ Foden), Gündogan, Grealish; Haaland.
Inter: Onana; Darmian (84’ D'Ambrosio), Acerbi, Bastoni (76‘ Gosens); Brozovic; Dumfries (76’ Bellanova), Barella, Calhanoglu (84‘ Michitarjan), Dimarco; Martinez, Dzeko (57’ Lukaku).
Note: Manchester City senza Mendy (squalificato), Inter senza Dalbert (infortunato). Ammoniti: 59‘ Barella. 83’ Lukaku. 92‘ Onana. 92’ Haaland. 94’ Ederson.