Il Lugano torna a Cornaredo dopo la sconfitta con i vodesi, ma a pochi giorni dalla bella vittoria di San Gallo
Quale Lugano scenderà in campo per affrontare mercoledì a Cornaredo il Grasshopper? Quello sconfitto domenica scorsa dallo Stade Losanna, oppure quello che appena tre giorni fa ha rifilato al San Gallo la prima battuta d’arresto casalinga della stagione? Tanto per cominciare, sarà un Lugano diverso da quelli schierati nelle prime due uscite del 2024, in quanto Mattia Croci-Torti, per l’ennesima volta, sarà costretto ad aggiustare l’undici iniziale sulla base di infortuni, squalifiche e rientri. Quella contro le cavallette ha tutti i crismi, di conseguenza, di una sorta di cartina di tornasole delle attuali condizioni di forma dei bianconeri. Perché, se il Lugano visto all’opera all’esordio contro lo Stade era troppo brutto per essere vero, è altrettanto innegabile che al Kybunpark la partita sia stata pesantemente condizionata dall’espulsione di Görtler dopo una manciata di minuti dal fischio d’avvio. Una superiorità numerica che, alla luce del risultato, ha senza dubbio facilitato il compito della compagine ticinese, per quanto l’esperienza ricordi come nel calcio l’uomo in più non sia mai garanzia di facili successi (lo ha dimostrato proprio domenica il Losanna, sconfitto da un Lucerna in 10 dal 7’). Come precisa Mattia Croci-Torti sulla pagina web della società bianconera, il Lugano ha dimostrato di saper cambiare registro nel giro di pochi minuti… «In queste situazioni occorre un cambio di mentalità a partita in corso che non è facile da gestire. Un pareggio, giocando 87’ in undici contro dieci, non diventa più un risultato accettabile e resta solo la vittoria. Dunque devi essere bravo a cercare di raggiungerla mantenendo un equilibrio tattico che ti permetta di non esporti a ripartenze e a palle ferme che alla fine sono quelle che fanno la differenza. Se non riesci a chiudere la partita – e noi non l’abbiamo fatto prendendo tre pali – poi rischi con una sola azione avversaria di compromettere tutto».
Il Lugano, però, con molta pazienza è riuscito a mettere al sicuro un risultato che gli ha permesso di mantenere a debita distanza Lucerna e Winterthur e di guadagnare terreno nei confronti di uno Zurigo sconfitto nel derby della Limmat. E sarà proprio il Grasshopper a dover certificare che il Lugano vero non è quello dello Stade, ma piuttosto quello di San Gallo… «Vincere un derby in rimonta ti dà morale, a maggior ragione dopo aver disputato un'ottima prestazione sette giorni prima contro lo Young Boys. Non dobbiamo dimenticare i valori e la storia che stanno dietro al Grasshopper. Non è mai facile affrontarlo, sono sempre partite ostiche perché le cavallette schierano giocatori di esperienza come i vari Abrashi e Schürpf, oltre a elementi con tanta voglia di mettersi in mostra come Giotto Morandi o Bradley Fink».
Per capire quella che è la difficoltà insita nella partita di Cornaredo, basti pensare che delle ultime sei sfide dirette i bianconeri ne hanno vinta una sola… «Negli ultimi anni, contro di loro non siamo più riusciti a trovare continuità. Oltre ad essere per principio un avversario ostico, da quando sulla panchina siede Bruno Berner, sono una squadra – e lo avevamo già visto lo scorso anno quando dirigeva il Winterthur – che basa il suo gioco sulla fase difensiva e sulle ripartenze. Dunque è sempre difficile trovare spazi e giocare bene contro questo tipo di avversari».
Come accennato in apertura, il mister bianconero sarà costretto a trovare l’ennesima quadratura del cerchio per poter presentare in campo la compagine più competitiva ed equilibrata possibile nonostante le molte assenze. All’appello mancheranno gli infortunati Aliseda, Bottani, Babic, Doumbia e Marques, ai quali si vanno ad aggiungere Sabbatini e Vladi, entrambi squalificati per somma di ammonizioni. Per contro, torneranno a disposizione Valenzuela, Steffen (dopo la potente grippe) e Nkama (reduce dal secondo turno di squalifica)... «Se guardo il bicchiere mezzo pieno, dico che il ritorno di Valenzuela dopo cinque mesi di assenza è senza dubbio importante. Inoltre, recupero Steffen che è un giocatore fondamentale».
Le 11 reti rifilate in due partite all’Yverdon hanno il loro peso specifico, tuttavia il Lugano con 38 gol in 20 giornate non ha mai segnato così tanto da quando esiste la Super League. Tra l’altro, le statistiche confermano pure la già denotata difficoltà a entrare in partita con il… piede giusto: la maggior parte delle reti, i bianconeri l’ha ottenuta nella ripresa, in termini proporzionali (76%), come pure assoluti (29 gol). Tutti i tifosi si rallegrano del fatto che fino all’ultimo secondo di gioco il Lugano sia una squadra capace di capovolgere il risultato, tuttavia è unanime richiesta che contro il Gc gli undici titolari scendano in campo con un approccio diametralmente opposto a quello mostrato contro lo Stade.