Il centrocampista, sospeso provvisoriamente dall'11 settembre, ora rischia 4 anni di squalifica
La controanalisi richiesta da Paul Pogba, effettuata giovedì a Roma, ha confermato la presenza di testosterone nei campioni prelevati lo scorso mese di agosto. Meno di un mese dopo la sospensione provvisoria decretata dall'Agenzia italiana antidoping, il centrocampista francese della Juventus ha appreso venerdì che anche il campione B ha evidenziato la presenza di metaboliti di testosterone, proprio come nel campione A, e ora rischia fino a 4 anni di squalifica. La sanzione potrebbe però essere dimezzata se il giocatore riuscirà a dimostrare la mancata intenzionalità, e potrebbe addirittura essere limitata a pochi mesi se l'uso della sostanza è stato fatto fuori dalle competizioni e se non è legato al livello delle prestazioni. Per spiegare il controllo antidoping risultato positivo, l'entourage di Pogba aveva detto che i metaboliti del testosterone provenivano da un complemento alimentare prescritto da un medico che il giocatore avrebbe consultato negli Stati Uniti. Il testosterone, ormone della fertilità e della sessualità maschile, favorisce lo sviluppo a livello muscolare.