Sul prato dell’Olimpico seconda sconfitta per i ginevrini
Non c’è Servette che tenga. All’Olimpico, non c’è sostanzialmente partita fra l’undici granata di René Weiler e la Roma di José Mourinho, nonostante i giallorossi debbano scendere in campo senza il suo allenatore in panchina, visto che il portoghese s’accomoda nuovamente in tribuna per scontare la seconda delle quattro giornate di squalifica inflittegli dopo le esternazioni nei confronti dell’arbitro dell’ultima finale di Europa League («speriamo che il prossimo anno vada ad arbitrare in Champions League, così le sue cagate le farà tutte lì», aveva detto).
Già battuti dallo Slavia Praga (2-0) al loro debutto in Europa League, i ginevrini nella Città eterna sono stati surclassati da un avversario migliore in tutto, e che ha potuto beneficiare anche della libertà concessagli negli ultimi trenta metri, in particolare con le due leggerezze di Vouilloz costate le prime due reti. In vantaggio al 21esimo grazie a Lukaku, la Roma ha dubitato soltanto nei primissimi istanti di gara, quando Chris Bedia – dopo appena venti secondi di gioco – avrebbe potuto portare il Servette in vantaggio. Da lì in poi, però, gli italiani hanno fatto tutto ciò che hanno voluto, chiudendo definitivamente i conti in avvio di ripresa grazie ad Andrea Belotti (andato in gol due volte: al 46esimo e al 59esimo ) e a Lorenzo Pellegrini (autore del provvisorio 3-0 al 52esimo).
Un risultato che non fa una piega, e soprattutto che dimostra la differenza che separa un Servette da avversari come Slavia Praga e, soprattutto, Roma. Tanto che la sostanza non sarebbe verosimilmente cambiata neppure se, dopo appena venti secondi di gioco, la conclusionde di Chris Bedia fosse finita in rete.