Le donne di Inka Grings cercano i quarti di finale ai Mondiali, prendendo spunto dal Giappone e magari anche con l'aiuto della scaramanzia
I Mondiali femminili in Australia e Nuova Zelanda entrano nel vivo, delle 32 squadre partecipanti ne sono rimaste solo 16 (facendo peraltro delle vittime illustri quali Germania, Brasile, Canada, ma anche Italia), tra cui la Svizzera. E proprio la selezione di Inka Grings inaugurerà la fase degli ottavi di finale, sabato mattina alle 7 (ora svizzera) a Auckland contro la Spagna.
Le rossocrociate partecipano per la seconda volta alla Coppa del mondo e così come otto anni fa hanno ottenuto l'accesso alla fase a eliminazione diretta. Allora arrivò una sconfitta contro il Canada, stavolta per fare l'impresa servirà una nuova prestazione esemplare della difesa, finora imbattuta nel torneo. A questo proposito Grings potrà nuovamente contare su Luana Bühler, al rientro dall'infortunio, e dunque sull'intera rosa.
Cosa bisogna fare per sconfiggere le iberiche lo ha dimostrato nell'ultima partita del girone il Giappone, impostosi 4-0. La Spagna è infatti una compagine sulla carta di assoluto valore, ma che in questa campagna non ha ancora mostrato tutto il suo potenziale, anche a causa di un rapporto difficile tra lo spogliatoio e il tecnico Jorge Vilda, mentre il buon ambiente in squadra è uno dei punti di forza dichiarati dalle elvetiche. La voglia di andare avanti c'è tutta e anche la ct tedesca si mostra fiduciosa: «Il Giappone ha fatto emergere tutti i difetti della Spagna».
Per chi è scaramantico rimane da segnalare che nello stadio Eden Park di Auckland (che sarà gremito da 43'000 spettatori) Ramona Bachmann e compagne avranno a disposizione lo spogliatoio dei mitici All Blacks di rugby, che dal 1994 lo hanno occupato per 48 partite, tutte vinte. E anche nelle sei partite di questi Mondiali già disputate in questo stadio, chi ha occupato lo spogliatoio in questione, ha vinto in cinque circostanze e pareggiato nella sesta.