A Budapest Rakitic e compagni contendono l'Europa League alla Roma, del portoghese a caccia del suo sesto trofeo continentale
Domani sera a Budapest Siviglia e Roma si giocano l'Europa League, con gli spagnoli, con il croato di Basilea e Ivan Rakitic che puntano alla settima consacrazione dal 2006 in avanti, in altrettante finali. Se le prestazioni in ambito internazionali sono state nuovamente all'altezza delle aspettative, altrettanto non si può dire di quelle in Liga, dove – a una giornata dal termine – gli andalusi occupano l'undicesimo rango e in stagione hanno visto tre allenatori diversi sedersi in panchina, l'ultimo dei quali è José Luis Mendilibar. È dunque evidente che un successo in Ungheria potrebbe salvare una stagione dei biancorossi, che in caso contrario sarebbe molto deludente.
Sulla panchina della Roma siede invece José Mourinho, da circa una ventina d'anni tra gli allenatori più vincenti, ma anche controversi del mondo calcistico. Dal suo arrivo nella Città eterna lo scorso anno, il portoghese si è subito messo in mostra per i suoi giochetti psicologici, per l'entusiasmo creato e per la venerazione dei tifosi giallorossi nei suoi confronti, frutto soprattutto della conquista della scorsa Conference League, primo trofeo assoluto a livello continentale, andato a rimpinguare una bacheca rimasta ferma alla Coppa Italia del 2008. In cinque finali europee Mourinho non è mai uscito sconfitto e in caso di ulteriore successo staccherebbe il leggendario Giovanni Trapattoni in vetta alla classifica degli allenatori più vincenti nelle competizioni Uefa per club. La sua sete di successi è dunque inalterata: «Il mio Dna è motivazione, gioia e la ricerca di grandi momenti» ha spiegato ‘Mou’. Tuttavia la sua squadra sta attraversando un periodo tutt'altro che entusiasmante, con una sola vittoria nelle ultime nove uscite, la semifinale d'andata di Europa League, contro il Leverkusen, con numerosi infortuni. I capitolini sono sesti in Serie A, dunque anche per loro un successo alla Puskas Arena rappresenta l'ultimo treno per la Champions League, anche se il tecnico sostiene di non pensarci. Anche le voci di un suo possibile addio al termine della stagione, nonostante un contratto valido anche per la prossima, non lo distraggono dall'obiettivo della Coppa e del record di successi, che da ‘The special one’ lo farebbe diventare ‘The only one’.