CALCIO

In otto a processo per la morte di Maradona

La Camera d'appello di San Isidro conferma che gli operatori che l'avevano accompagnato negli ultimi mesi di vita dovranno rispondere di omicidio colposo

La data del processo, però, non è ancora stata fissata
(Keystone)
18 aprile 2023
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La Camera d’appello e garanzia di San Isidro ha confermato l’apertura di un processo col rinvio a giudizio di otto imputati per il caso della morte di Diego Maradona, all’età di 60 anni, a Buenos Aires il 25 novembre 2020, a causa di un «edema polmonare acuto causato da un’insufficienza cardiaca cronica». Gli otto sono accusati di omicidio colposo semplice, e rischiano una pena da 8 a 25 anni di reclusione. Non è ancora stato reso noto quando si svolgerà il processo.

Tra gli imputati figurano il neurochirurgo Leopoldo Luque, la psichiatra Agustina Cosachov e altri sei operatori parte del gruppo che aveva accompagnato Maradona negli ultimi mesi del suo ricovero domiciliare, nella sua residenza nella provincia nord della capitale argentina. Il loro rinvio a giudizio era già stato chiesto lo scorso anno e poi appellato.

L’accusa aveva chiesto l’apertura del processo nell’aprile 2022, segnalando carenze e negligenze nelle cure dell’ex stella del calcio, convalescente dopo un intervento di neurochirurgia, in una clinica nel quartiere di Olivos. Il numero dieci soffriva di problemi ai reni e al fegato, insufficienza cardiaca, deterioramento neurologico e dipendenza da alcol e droghe psicotrope.
Secondo i pm, il personale preposto ad accudire Maradona era stato «protagonista di un ricovero domiciliare totalmente carente e sconsiderato», e aveva commesso una «serie d’improvvisazioni, cattiva gestione e inadempienze».

Una perizia, nell’ambito delle indagini, aveva concluso che l’ex giocatore era stato «abbandonato al suo destino» dalla propria equipe medica, giungendo alla morte dopo una lenta agonia. Maradona - si legge - aveva avuto «un’assistenza infermieristica piena di carenze e irregolarità», e aveva «iniziato a morire almeno 12 ore prima, presentando segni inequivocabili di un prolungato periodo di agonia».