L’attività commerciale di Rosario è stata presa di mira da un gruppo che ha minacciato il calciatore e il sindaco della città
Colpi d’arma da fuoco hanno colpito nella notte a Rosario – nel Nord dell’Argentina – le serrande metalliche e le vetrine di un supermercato di proprietà della famiglia della moglie di Lionel Messi. Gli spari sono stati corredati da minacce – piuttosto enigmatiche – che tirano in ballo il capitano dell’Albiceleste.
Secondo la polizia, i proiettili sparati sono stati 14 e hanno lasciato evidenti segni sulle serrande. Un testimone ha detto di aver visto due uomini in sella a una moto verso le 3 del mattino avvicinarsi al supermercato e poi fermarsi. A quel punto, uno dei due è sceso dal mezzo, ha sparato e ha lasciato per terra il cartello, prima di darsi alla fuga in compagnia del complice.
Al suolo, davanti al negozio, oltre ai bossoli è stato ritrovato un cartello di cartone recante una scritta che dice ‘Messi, noi ti aspettiamo, Javkin è un narcotrafficante e non avrà cura di te’. Il sindaco di Rosario Pablo Javkin – il cui nome appare come detto sul cartello – ha confermato che il negozio appartiene alla famiglia della moglie della Pulce, Antonela Roccuzzo. «Gli autori del gesto cercano solo, in modo perfido, delle pubblicità. Quale modo migliore di un attacco verso Messi, se vuoi che un’informazione diventi virale? Per qualsiasi banda, risulta fin troppo facile», ha detto il sindaco. Anche secondo il capo dell’Unità regionale di polizia Ivan Gonzalez, il messaggio non è una minaccia, ma un atto destinato ad attirare l’attenzione.
Città natale di Lionel Messi, Rosario è la terza città d’Argentina e un importante porto fluviale sul Paraná. Negli ultimi anni, è diventata centro nevralgico del narcotraffico del Paese, oltre alla città più pericolosa della nazione, con ben 287 omicidi nel corso del 2022. Le autorità tendono a scaricarsi vicendevolmente la responsabilità della situazione e la colpa dell’inefficacia dei mezzi utilizzati per combatterla: in particolare, a fronteggiarsi sono i due schieramenti capeggiati dal sindaco di destra della città – appunto Javkin – e dal governatore della provincia, che è invece di sinistra.