Il grande momento di Dragan Mihajlovic, capitano di un Bellinzona reduce da un paio di vittorie e, soprattutto, più prudente nelle retrovie
Già dall’inizio di stagione – ancor prima che Dragan Mihajlovic fosse integrato al gruppo granata – il Bellinzona ha sempre avuto un rendimento altalenante, caratterizzato da buone prestazioni intercalate a sonore batoste. Ora invece, dopo gli ultimi due successi consecutivi in Challenge League contro Wil e Aarau, si nota una maggiore attenzione difensiva: pochissimi gol subiti – anzi uno solo – e nemmeno determinante. Da cosa è dipesa questa apparente inversione di tendenza? «C’è stato in effetti un cambiamento, un po’ da parte di tutti», spiega Mihajlovic, «specie nella gestione della partita, dato che abbiamo cambiato un po’ lo stile di gioco. Nelle partite precedenti, infatti, avevamo provato a giocare dichiaratamente uomo contro uomo, ma ciò non ha pagato, e sono arrivate sconfitte abbastanza pesanti. E così, tutti insieme, abbiamo deciso di cambiare stile, operare maggiormente come un blocco e difendere in maniera diversa, e mi pare che questo sia il modo migliore di impostare il gioco – e di difendere – per una squadra come la nostra».
In fondo, la capacità di cambiare in corsa è un segno di maturità da parte di tutti, dal tecnico ai giocatori. «Sì, e la cosa bella qua a Bellinzona è che siamo riusciti a mettere insieme un po’ tutte le idee: quelle del mister, quelle dei giocatori e naturalmente quelle della dirigenza. Stiamo tutti cercando di metterci a disposizione in tutti i modi, aiutando mister Raineri anche confrontandoci con lui e comunicandogli le nostre sensazioni. E ciò ha dato i frutti che tutti ci aspettavamo, quindi speriamo di aver davvero imboccato la strada giusta».
Il momento positivo del gruppo si riflette anche nel tuo attuale stato di forma, nel tuo ottimo rendimento sia a livello di gioco sia dal punto di vista realizzativo. «Quando la squadra gira, è più facile anche per me. Giocando a metà campo, posso sicuramente esprimermi meglio, inserendomi maggiormente in fase offensiva. Questo, del resto, è il ruolo che meglio mi si addice. E infatti ne avevo parlato con la proprietà quando si trattava di firmare per tornare al Bellinzona: l’idea di base era quella di giocare a centrocampo. Poi, però, per motivi relativi alla composizione della rosa – mancava infatti un terzino che potesse dare una mano – ho giocato anche in difesa. L’idea, comunque, è sempre stata quella di impiegarmi a centrocampo, cioè dove posso aiutare di più la squadra: in queste ultime partite è andata bene e sono contento».
La classifica del torneo cadetto è ancora abbastanza corta e questi ultimi due successi vi rilanciano pienamente in chiave-promozione. «Esatto, la Challenge League è proprio un campionato in cui bisogna stare sempre attenti, ‘sul pezzo’ fino alla fine, perché nel giro di due o tre giornate la situazione può cambiare completamente. Si tratta di una cosa che sappiamo, l’avevamo messa in conto. Per noi in questo momento è importante stare più vicino possibile al primo posto fino a gennaio, poi effettuare una bella preparazione cercando di migliorare dove sarà possibile, e poi riprendere a giocare con l’obiettivo di stare sempre attaccati alla vetta della classifica. Non sarà semplice, ovviamente, proprio perché è un campionato equilibrato: pensiamo al Wil, che perde contro di noi subendo cinque gol e poi va a sconfiggere il Losanna, cioè la squadra da tutti indicata come la favorita per il primo posto finale. Sarà un campionato lungo e ci sarà da battagliare fino alla fine, dovremo dunque perdere per strada meno punti possibile».
A cominciare da domani, quando al Comunale (ore 18) arriverà l’Yverdon: che squadra è quella romanda? «Giocano bene, contro di noi mi erano piaciuti, hanno un vero stile di gioco, ben definito, con una buona circolazione della palla. Conosco molto bene il loro allenatore – Marco Schällibaum – con cui ho lavorato nel passato sia a Bellinzona sia nel Chiasso, e che fino a pochi mesi fa sedeva sulla panchina granata. Lui è uno che propone sempre un buon calcio, sarà dunque una partita tosta. Davanti, poi, hanno un attaccante in ottima forma, cioè l’ivoriano Koro Koné: insomma è davvero una bella squadra. E poi, ovviamente, hanno un dirigente come Marco Degennaro, uno che la realtà bellinzonese la conosce molto bene. Sarà dunque una partita particolare, oltre che difficile, come d’altronde lo sono state quasi tutte, fin qui».