All’allenatore italiano, ben conosciuto in Ticino – dove vive da 40 anni – la panchina del Bellinzona dopo l’interim di Cocimano
Presentato nel primo pomeriggio di martedì il nuovo allenatore dell’Acb, chiamato a sostituire Fernando Cocimano, che aveva garantito l’interim dopo le frettolose dimissioni rassegnate in agosto da David Sesa. Si tratta del 60enne Baldassarre "Baldo" Raineri, che sulla panchina granata si era già seduto una ventina di anni fa. Nel nostro cantone ha allenato fra le altre anche Mendrisio e Chiasso: del club rossoblù è stato tecnico ben tre volte, l’ultima delle quali dal 2020 al 2021. Raineri è chiamato a dare maggiore stabilità di risultati al neopromosso Bellinzona che, fin qui, pur occupando una posizione più che discreta in classifica, ha alternato alcuni successi a diverse sonanti sconfitte. Il contratto è di un solo anno. «Meglio così», esordisce il tecnico. «I contratti corti ti danno continui stimoli, non c’è il rischio di sedersi sugli allori e perdere la verve».
Si fatica a contenere l’entusiasmo di Raineri per questo suo ritorno alla guida del vascello granata. «Sono un fiume di emozioni che posso finalmente sfogare. Torno finalmente a casa, questa è l’occasione della mia vita. Qui vivo da 40 anni, qui ho cresciuto le mie cinque figlie, e ciò mi fa grande piacere. Aspettavo da una vita questa opportunità. Quando me ne andai la prima volta, fu solo perché non avevo conseguito il patentino. Ora sono più maturo, ho più esperienza. Torno e trovo una squadra e una società forti, con grandi ambizioni. Non ci nascondiamo che, vista la nuova formula della Challenge League, proveremo a salire nella massima lega. E ci si arriva solo con tanto lavoro. Sono in Svizzera dall’88, ho iniziato ad allenare nel 1990, ho fatto tutte le categorie, ho allenato in serie A in Albania, mi manca la Super League, e chissà che questa sia la volta buona per raggiungerla. Del resto, ci sono tutti gli elementi giusti per tentare la scalata: squadra forte, staff compatto e capace, piazza ambiziosa e la tifoseria più calda del cantone, e fra le più calde in Svizzera. Conosco Pablo Bentancur da una vita, da quando collaboravamo a Biasca: siamo entrambi sanguigni e ambiziosi. Se tutto funzionerà come spero e credo, arriverà la ciliegina sulla torta della promozione».
Il Bellinzona, fin qui, ha alternato buone prove a pesantissime sconfitte, con molti gol subiti. Dunque è sulla difesa che bisogna iniziare a intervenire? «Non mi preoccupano troppo le molte reti incassate: molte sono infatti giunte su palle ferme, basterà intervenire e correggere certi automatismi. Per il resto, il reparto difensivo a nostra disposizione è molto forte, visto che c’è gente del calibro di Padula, Berardi, Romero. Senza contare Monti, validissima alternativa, e mi scuso se ne dimentico altri. Ma tutti i raparti sono fornitissimi di grandi giocatori: a centrocampo e in attacco abbiamo gente che giocherebbe titolare in molte squadre di Super League, se penso a Cortelezzi, Souza, Pollero e Chacon, un giocatore che mette in grande difficoltà ogni difesa, perché occupa le varie zone di campo in modo molto intelligente. E Samba è il classico diamante grezzo».
Qualcuno fa notare che quello di Baldo Raineri non è certo un nome troppo altisonante, e che forse per puntare alla promozione si poteva scegliere un tecnico più blasonato. «Raineri non è un grosso nome? Tutto è relativo», risponde Pablo Bentancur junior, direttore della società granata. «Parlando con Baldo, vedi immediatamente emergere la sua passione, la sua energia. Noi siamo un gruppo molto unito, e lui è la persona che a noi mancava. Ha coraggio e competenze. Quando l’anno scorso abbiamo giocato contro il suo Chiasso, abbiamo visto che era bravissimo».
A livello tattico, Raineri è sempre stato considerato un tecnico molto sbilanciato in avanti. «Ho sempre amato il calcio offensivo, propositivo. Una volta ero un estremista del possesso palla, ma devo ammettere che negli ultimi anni preferisco ripartire un po’ prima in verticale. Ad ogni modo, la fortuna di un tecnico è sempre data dai giocatori a disposizione. Meglio lavorare sui principi di gioco che sul modulo di gioco: il secondo lo puoi far mettere in pratica ai ragazzi solo quando hanno capito bene i primi». Ora ci sarà il Lucerna, avversario di Coppa Svizzera. «Riconosciamo il valore del Lucerna, ma noi cercheremo di fare la nostra partita. Del resto, ho già fatto qualche scherzetto in Coppa a squadre più forti, ad esempio lo Zurigo, e dunque so che certi exploit sono possibili».
Infine arriva la provocazione secondo cui il Bellinzona abbia ingaggiato Raineri, allenatore dal palmarès non certo ricchissimo, solo affinché la dirigenza possa manovrarlo a proprio piacimento. «Certe illazioni non mi interessano, conosco le mie doti e so bene i motivi per cui la società mi ha voluto». Sulla questione interviene anche il direttore sportivo Paolo Gaggi, che fra l’altro fu giocatore agli ordini proprio di Raineri una trentina d’anni fa, ai tempi del Codeborgo: «Pablo Bentancur padre non ha mai dettato la formazione ad alcun allenatore, smettetela di dipingerlo come uno che invade lo spazio altrui».