Calcio

Il Bellinzona affidato a Stefano Maccoppi

‘La ricetta sta nella ricerca dell’equilibrio’, dice il nuovo tecnico chiamato a sostituire Baldo Raineri. E aggiunge: ‘Promozione ancora possibile’

19 gennaio 2023
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La scelta della società granata è caduta sul sessantenne Stefano Maccoppi: sarà lui infatti il terzo allenatore del Bellinzona in questa strana stagione segnata dapprima dalle dimissioni di David Sesa - tornato nella Svizzera interna dopo solo un paio di mesi - e poi dalla recentissima rescissione, ufficialmente consensuale, del contratto che legava Baldo Raineri al club sopracenerino. «Era fondamentale per noi trovare qualcuno che conoscesse bene il calcio svizzero», ha detto Pablo Bentancur junior, numero uno della dirigenza granata.

«Abbiamo visto che Mister Maccoppi segue da vicino il nostro campionato, conosce tutti i giocatori. E poi è una persona molto intelligente e che ha voglia di lavorare. C’era un altro candidato papabile, di cui non farò il nome (si vocifera che fosse Serse Cosmi, ndr), ma alla fine Stefano Maccoppi ci è parsa la scelta più adeguata».

Avete trovato subito l’intesa oppure avete dovuto discutere o trattare a lungo?

«Nessun tipo di problema, anzi, ci siamo trovati un paio di volte e il feeling è stato evidente fin dall’inizio, quindi già alla fine del secondo incontro aveva definito tutto».

Il rapporto con Baldo Raineri come si è risolto?

«Dato che in classifica non stiamo occupando la posizione che speravamo di occupare, un paio di settimane fa abbiamo deciso che serviva un cambio a livello tecnico. La rescissione dell’accordo è avvenuta da entrambe le parti, in modo consensuale. Ne approfitto per ringraziare Baldo, una brava persona che ha lavorato tanto, ma purtroppo il suo ciclo a Bellinzona era già finito».

La squadra quando è stata informata di questo avvicendamento?

«Stamattina (ieri, ndr) e già da domani (oggi, ndr) Mister Maccoppi dirigerà il suo primo allenamento».

‘Spero di riportare in alto l’Acb’

Stefano Maccoppi, da giocatore colonna del Como e poi del Piacenza dei miracoli, era già stato sulla panca granata a metà del primo decennio del nuovo secolo. Un’esperienza che durò soltanto pochi mesi... «A quell’epoca ero davvero inesperto, non conoscevo il calcio svizzero. Più tardi, sulla panchina dello Chaux-de-Fonds, ho vissuto invece un’esperienza bellissima, durata quasi due anni, durante i quali ho imparato come ci si doveva muovere in questo calcio particolare. Ora, dopo altre esperienze a Yverdon, Locarno, Chiasso, Sion e Stade Lausanne, sono di nuovo qui, e spero - insieme a tutte le parti in causa - di riportare in alto il Bellinzona».

Come affronta questa nuova avventura?

«Come una bellissima sfida. So che Bellinzona è una piazza importante, dove ci sono grandi aspettative. Speriamo di raggiungere gli obiettivi che la società ci ha chiesto».

E cioè?

«Ovviamente il traguardo è salire in Super League, e la qualità dei giocatori non manca di certo. Ci sarà probabilmente qualche ritocco a livello di organico, ma a livello di rosa si parte da una base già molto buona. Per me, l’importante è trovare un equilibrio di squadra che ci permetta di raggiungere l’obiettivo. Ho visto diverse partite del Bellinzona questa stagione, A livello tecnico, come detto, il talento non manca, ma finora è proprio mancato l’equilibrio, e dovremo trovarlo insieme».

A livello tattico, ha già qualche idea?

«I giocatori li conosco, e credo che non mi discosterò troppo da quanto la squadra ha fatto fin qui. Cercherò di dare sicurezza ai ragazzi, scaricandoli da eccessive responsabilità. Con maggiore tranquillità, credo che potranno esprimere al meglio le loro qualità».

In classifica ora siete al sesto posto, staccati di 11 lunghezza dalla vetta. In fondo, vincendo tre gare di fila, vi ritrovereste velocemente nelle posizioni più interessanti della graduatoria.

«Quest’anno la serie cadetta è davvero di alto livello, come non succedeva da anni. Confrontandola alla Super League, tolte un paio di squadre, non è che ci sia poi così tanta differenza. Ai tempi della mia prima esperienza a Bellinzona (nel 2005), c’era invece un gap notevole fra i due campionati. Oggi direi che Wil o Stade Lausanne hanno un livello davvero alto. Idem Losanna o Aarau. E altrettanto si può dire dello Xamax, che ho visto giocare pochi giorni fa contro il Lugano: i neocastellani non sono per niente sprovveduti. Questo è il classico torneo dove puoi vincere contro la prima e perdere contro l’ultima. In classifica ora siamo un po’ in ritardo, non possiamo negarlo, ma cercheremo - una giornata alla volta - di ridurre il divario. Dovremo iniziare a vincere con più regolarità, e a prendere qualche gol in meno».

Uno dei maggiori problemi dei granata fin qui è stato proprio il fatto di subire troppi gol. In molte partite il passivo è stato davvero pesante: comincerà dunque a lavorare soprattutto sulla difesa?

«La difesa è un reparto a sé, ma la fase difensiva coinvolge l’intera squadra, quindi parlerei più di fase difensiva, di equilibrio di squadra. In avanti, possiamo segnare in qualsiasi momento, ma è vero che possiamo anche subire gol altrettanto facilmente. Ripeto, la parola chiave è la ricerca dell’equilibrio».

Durata del contratto appena firmato?

«L’accordo è valido solo per quest’anno, ma c’è un’opzione di rinnovo sia per la Challenge League sia per un’eventuale Super League. A fine stagione vedremo se ci saranno i presupposti per un prolungamento. Non vedo l’ora di iniziare a lavorare con la squadra per trasmetterle la positività necessaria a raggiungere i nostri obiettivi. Importante, ad ogni modo, sarà che ogni settore lavori bene: società, staff tecnico, giocatori… e anche la stampa, che può avere un ruolo più decisivo di quanto si pensi, perché può dare una bella mano».

Il prossimo avversario, alla ripresa del campionato – in casa il 29 gennaio – sarà l’Yverdon: che squadra è quella romanda?

«Una squadra da prendere con le pinze, l’ho vista giocare diverse volte. E ha un allenatore - Schällibaum - che conosco personalmente e che è perfettamente a suo agio in Challenge League. Lui è bravo, prepara bene la squadra, e quindi dovremo stare molto attenti. Da qui a giugno saranno comunque 18 finali, da affrontare una alla volta senza perdere la concentrazione. Avrò bisogno di tutti i giocatori, ognuno di loro sarà coinvolto nel progetto della società, che è ambizioso».

Lo conferma Pablo Bentancur junior: «L’obiettivo, come detto, è sempre la promozione. Abbiamo uno staff molto professionale e completo. Arriveranno senz’altro rinforzi importanti, e non giocatori che devono ancora dimostrare il proprio valore. Puntiamo a elementi già pronti e capaci e vogliamo arrivare all’ultima giornata con ancora viva la chance di essere promossi».