Quattro partite in dodici giorni. Per il c.t. rossocrociato sarà un appuntamento importante per preparare al meglio i Mondiali in Qatar
Quattro impegni in giugno, due in settembre. La prima campagna di Murat Yakin sarà breve, molto breve. Tutto si giocherà in poche settimane, con lo sguardo già proiettato verso la Coppa del mondo in Qatar, vero obiettivo rossocrociato di questo 2022. La terza edizione di Nations League, dunque, si presenta al tempo stesso elettrizzante e stressante. Elettrizzante perché gli avversari chiamati a testare le qualità della selezione rossocrociata sono di valore e di prestigio: Spagna, Portogallo e Repubblica Ceca, vale a dire la sesta (iberici), la settima (lusitani) e la trentatreesima (boemi) di un ranking Fifa che vede la Svizzera al 14º posto. Stressante perché nel mese di giugno in arrivo, la selezione di Yakin disputerà ben quattro sfide in undici giorni: si inizierà giovedì con la trasferta in Repubblica Ceca, si proseguirà domenica con quella in Portogallo, prima di installarsi a Ginevra per affrontare il 9 la Spagna e il 12 ancora Cristiano Ronaldo e compagni. Un vero tour-de-force per quelli che saranno i primi impegni rilevanti del 2022, dopo le due amichevoli di marzo (sconfitta 2-1 in Inghilterra, pareggio 1-1 con il Kosovo). La campagna di Nations League si concluderà dopo la pausa estiva con la trasferta in Spagna (24 settembre) e la sfida casalinga a San Gallo contro la Repubblica Ceca (27).
La logica lascia intendere che proprio l’appuntamento del Kybunpark dovrebbe essere quello decisivo nell’ottica di una permanenza nella Lega A che appare come l’obiettivo più realistico. Dopo aver preso parte alla "final four" nel 2018, in occasione della seconda edizione del nuovo torneo Uefa, nel 2020 la Svizzera si era salvata grazie al forfait dell’Ucraina (Covid-19) nell’ultima decisiva sfida di un gruppo che, oltre alla Germania, comprendeva già la Spagna.
Non la vede allo stesso modo Ricardo Rodriguez, secondo il quale la Nati «vuole vincere questa Nations League. Non sarà facile, lo sappiamo, ma sono convinto che ce la potremmo fare».
La sicurezza espressa dal difensore del Torino trova le sue radici nell’exploit di Euro 2020, quando la Svizzera, dopo aver mandato a casa la Francia, aveva costretto la Spagna ai rigori, ma soprattutto nella fase finale della campagna per i Mondiali in Qatar, con l’arrivo in panchina di Murat Yakin e la qualificazione, per molti versi clamorosa, a spese di un’Italia fresca di titolo europeo. La Svizzera, insomma, sembra aver imparato a gestire anche le sfide decisive contro le grandi del panorama mondiale, dopo le eliminazioni, spesso frustranti, contro l’Argentina (2014), la Polonia (2016), la Svezia (2018), senza dimenticare lo scontro diretto decisivo in Portogallo nell’ultima giornata delle qualificazioni per Russia 2018 e, ovviamente, i due impegni (Portogallo e Inghilterra) delle "final four" del 2018.
Sommer, Xhaka, Shaqiri, Akanji, Freuler, Zakaria, Elvedi, Rodriguez, Embolo, Okafor e Frei, nelle intenzioni del tecnico rossocrociato dovrebbero avere già il biglietto in tasca (a meno di infortuni o improvvisi crolli di forma) per salire sul volo che tra cinque mesi e mezzo porterà la Nazionale in Qatar. I posti a disposizione rimangono parecchi ed è praticamente certo che Yakin approfitterà della Nations League per compiere le valutazioni del caso. Anche sull’ultimo entrato nella grande famiglia della "Nati", Mattia Bottani: il ticinese dovrà cercare di convincere il selezionatore rossocrociato durante i prossimi 15 giorni, per guadagnarsi una nuova opportunità in settembre e poi sperare di mantenere alto il livello di gioco nei primi mesi della nuova stagione. Perché Yakin, questo è sicuro, non farà sconti a nessuno: in Qatar non andranno i nomi, ma i giocatori più in forma. E chi in questi mesi ha fatto panchina e tribuna – come Haris Seferovic al Benfica a causa, in particolare, di troppi guai fisici – dovrà darsi una svegliata se non vorrà rischiare di rimanere giù dall’aereo.