Il Regno Unito colpisce gli oligarchi russi vicini a Putin, tra cui il patron del club di Stamford Bridge: la vendita è bloccata, non l’attività sportiva
Ci ha provato Roman Abramovich a giocare d’anticipo mettendo in vendita il suo amato Chelsea per proteggerlo da eventuali sanzioni in arrivo in seguito all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, ma alla fine queste ultime sono giunte troppo velocemente. Il governo britannico ha infatti annunciato pesanti misure restrittive – tra cui il blocco totale dei beni e il divieto di viaggio – nei confronti di sette oligarchi russi con possedimenti nel Regno Unito considerati vicini a Vladimir Putin, tra i quali appunto lo stesso Abramovich. Tutto per una cifra complessiva di 15 miliardi di sterline, 17 miliardi di euro.
Al magnate originario di Saratov – che aveva acquistato la società inglese per circa 140 milioni di sterline nel 2003 (circa 160 milioni di euro all’epoca) e negli anni l’ha resa un top club internazionale, capace di vincere ben cinque volte la Premier League, due la Champions League, due l’Europa League e altri 13 trofei tra cui il Mondiale per club 2021, tanto da farne lievitare il valore fino a oltre 3 miliardi di euro – sono stati bloccati gli "asset" nel Regno Unito, compreso il club londinese, bloccandone di fatto la cessione e molte attività, ma non tutte. Il Chelsea ha infatti ottenuto una speciale deroga da parte del governo britannico che gli consentirà di concludere regolarmente la stagione. Grazie alla deroga accordata alla società di Stamford Bridge, in quanto ritenuta dalle autorità britanniche di valore culturale, è stata garantita la gestione ordinaria che prevede la prosecuzione non solo della stagione sportiva, ma anche dei pagamenti a tutti i tesserati (dai giocatori allo staff tecnico e fino agli impiegati).
Con effetto immediato, inoltre, sono stati chiusi i negozi di merchandise e non potranno essere messi in vendita altri biglietti oltre a quelli già staccati (compresi gli abbonamenti stagionali) per le future partite della squadra di Thomas Tuchel. Che dovrà tra l’altro rinunciare allo sponsor Three, operatore telefonico britannico che ha sospeso il partenariato con il club chiedendo di togliere il proprio logo dalle maglie e dai cartelloni pubblicitari. A ciò si aggiunge il blocco del mercato, in entrata e uscita, situazione che bloccherebbe a Londra giocatori ancora sotto contratto ma intenzionati a lasciare il club in vista della prossima stagione, su tutti Lukaku e Jorginho. In questo caso a sbloccare la situazione potrebbe intervenire la Fifa.
Abramovich, invece, sarà sottoposto a una sorta d’interdizione: il milionario russo, proprietario dei ‘Blues’ da 19 anni, non potrà ricevere pagamenti o benefici dal club del quale è proprietario. Quanto alla cessione del club, servirà un’altra deroga da parte del governo perché la situazione si sblocchi ma, in ogni caso, il magnate russo – che aveva annunciato l’intenzione di devolvere gli utili dell’operazione alle vittime della guerra in Ucraina – non potrà comunque guadagnare nulla dall’eventuale vendita.