Vanificato il punto conquistato contro l'Italia da una prestazione sotto tono dal punto di vista tecnico come fisico. Al 33’ Seferovic sbaglia un rigore
Una brutta Svizzera non è andata oltre il pareggio contro l'Irlanda del Nord. Un risultato che vanifica il pareggio, pure a reti inviolate, conquistato contro l'Italia. E che costringerà i rossocrociati, se tutto andrà come da copione, a vincere la sfida diretta del 12 novembre a Roma contro i campioni d'Europa, messi meglio nella differenza reti, anche grazie alle cinque rifilate alla Lituania. È stata la Svizzera che non ti saresti aspettato, la Svizzera molle e priva di mordente alla quale non eravamo più abituati, a maggior ragione dopo la grintosa prestazione di domenica a Basilea. Di fatto, in tutti i 90’ i rossocrociati non sono riusciti ad andare alla conclusione più di due volte nello specchio della porta irlandese. E una di questa è stato un calcio di rigore, assegnato al 32’ per una trattenuta di Smith ai danni di Vargas e battuto in maniera francamente oscena da un Seferovic che non ne ha combinata una giusta. All'attaccante del Benfica, comunque, non vanno addossate tutte le responsabilità per il risultato deludente. Nessuno ha raggiunto la sufficienza, in una partita nella quale gli elvetici hanno mostrato inconsuete e preoccupanti lacune anche sul piano tecnico, con una miriade di passaggi sbagliati e una costruzione del gioco farraginosa nonostante un possesso palla che ha superato il 70%.
Nel primo tempo la Svizzera ha concluso una sola volta verso la porta irlandese, proprio in occasione del rigore sbagliato da Seferovic. Per il resto, tanto giro palla, ma nessuna possibilità di andare al tiro. Anzi, a correre i pericoli maggiori è stato Sommer. Il portiere del Borussia M'Gladbach non ha dovuto sfoderare le sue qualità, come era stato il caso domenica contro l'italia, ma al 9’ gli sono scesi brividi freddi lungo la schiena quando una leggerezza di Akanji a centrocampo ha lasciato partire tutto solo Lavery: tallonato da Elvedi, l'attaccante si è presentato davanti a Sommer, ma ha finito per calciare malamente a lato quella che è stata la più grossa palla gol da azioni di tutto il primo tempo.
Troppi, d'altro canto, gli errori tecnici individuali per pensare di poter mettere in ambasce un'Irlanda del Nord ordinata e che ha fatto del classico spirito battagliero l'arma migliore.
Secondo tempo come il primo, con la Svizzera che ci prova, ma non ha idee offensive per cercare di scardinare la difesa avversaria. È andato vicino al gol al 49’ Akanji, che in scivolata è giunto in leggero ritardo su una punizione battuta da Vargas. È stata quella, in pratica, l'unica vera occasione di una ripresa che i cambi voluti da Yakin non sono riusciti a mettere sulla strada giusta. E adesso, la strada che porta in Qatar si è fatta più tortuosa.
Irlanda del Nord: Peacock-Farrell; Smith (68' Bradley), Ballard, Cathcart, Brown, Lewis; McCann, Steven Davis, Thompson (74' Saville); Washington (68' Charles), Lavery (86' Jones).
Svizzera: Sommer; Widmer (86' Lotomba), Elvedi, Akanji, Rodriguez; Frei (59' Steffen); Fassnacht (59' Zuber), Freuler, Zakaria (86' Aebischer), Vargas; Seferovic (77' Zeqiri).
Arbitro: Lechner (Austria)
Note: 15'660 spettatori. Ammoniti: 16' Frei. 24' Smith. 48e Lewis. 53e Zakaria. 93e Brown.