L'amministratore delegato del Chiasso parla all'indomani della retrocessione in Promotion League: ‘Le critiche di una certa tifoseria sono inqualificabili’
A nemmeno 24 ore dalla retrocessione del Chiasso in Promotion League dopo 11 anni di professionismo, l'a.d. Nicola Bignotti è rammaricato. «Il sentimento che prevale è ovviamente quello, anche per come è maturata la relegazione, per due punti nella differenza reti. Abbiamo dimostrato ancora una volta di essere più forti di uno Xamax che ha un budget doppio rispetto al nostro». Il direttore generale è un fiume in piena: dopo partita, tifosi, budget, futuro.Â
Torniamo sul dopo partita, siete stati criticati per il silenzio stampa.
«Chiariamo: ho letto che avrei imposto il silenzio stampa. Il mister era troppo rammaricato e deluso per la retrocessione e per come è arrivata, io anche e non ce la siamo sentita di parlare. Poi sono certo che se l’avessimo fatto ci sarebbe stato detto che abbiamo parlato dopo una sconfitta e che avremmo fatto meglio a tacere. Sappiamo come certi soggetti utilizzano pseudoblog per fare anti comunicazione».
Con la curva c’è stato qualche problema durante la stagione, vero?
«Posso dire che è facile uscire da Kriens in 7-8 o aspettare il mister al bus. Se questo è essere tifosi, è meglio non esserlo. Anche la tribuna ha criticato, ma lo ha fatto in modo educato. Altri (e fa anche nomi, ndr), no. L’educazione a casa mia me l’hanno insegnata, forse a loro no, non li biasimo perché non tutti veniamo dallo stesso contesto sociale. A chi fa cori dietro una ramina o insulta un uomo di 60 anni, dico che è facile fare i leoni in venti contro uno e abbassare lo sguardo quando ti incontrano. Ci sono stati tifosi che ci hanno scritto o chiamato in sede portando critiche e osservazioni e qualche volta abbiamo preso spunto dai loro suggerimenti. Certo, criticare gli altri è una cosa, invece per avere delle idee da portare bisogna possedere delle doti».
Se la sentirebbe di restare con un ambiente dove il rapporto è a questo punto?
«A me quel che interessa è che la proprietà ci sia e abbia degli obiettivi, poi gli uomini vanno e vengono. Per contro, per alcune persone che criticano con maleducazione ce ne sono 200 rammaricate».
Cosa vuol dire loro?
«Siamo dispiaciuti di averli delusi. È un grande rammarico che abbiamo, perché sappiamo quanto tengono al Chiasso e hanno sempre espresso osservazioni in modo passionale e in buona fede».
Se si può parlare di colpe, cosa rimprovera a sé stesso, a Raineri, alla squadra?
«A loro nulla, hanno dato tutto. Ho visto il mister oggi, era rammaricato ma carico, fosse per lui tornerebbe già in campo. Col senno di poi, i risultati delle prime sette giornate ci hanno massacrato. Una seconda parte dove abbiamo fatto bene non è bastata a recuperare la partenza a handicap. Certo, avessimo avuto questa squadra già a partire dall’inizio non ce la saremmo dovuta giocare sino all’ultimo. E anche nei primi mesi avremmo potuto fare qualche punto in più per attenzione dei singoli o per fame. Squadre come Grasshopper, Aarau o lo stesso Xamax possono prendere i giocatori al primo giorno di mercato, noi all’ultimo aspettando certi incastri. Poi ci siamo portati a casa calciatori esperti come Maccoppi, Affolter, Pavlovic».
Tutto si riduce a questioni di budget, dunque? Non è frustrante a quel punto pensare che difficilmente il Chiasso potrebbe fare altro?
«No, perché abbiamo visto che ce la siamo giocata con tutti. Questo significa che il livello era basso, oppure noi non eravamo così scarsi? Certo, e il discorso varrà anche per la Promotion League, non è detto che se spendi vinci ma come dice Galliani, non si è mai visto qualcuno vincere senza spendere. Non solo nel calcio: una McLaren in F1 se vanno male alcuni fattori arriva seconda, non ultima».
A proposito di Promotion League, Nicola Bignotti ci sarà ? C’erano voci che parlavano di un addio…
«Adesso facciamo riposare la mente e poi fra una decina di giorni ci siederemo a tavolino con la società . Mi sarebbe piaciuto lasciare con la quinta salvezza, mi dispiacerebbe farlo con una retrocessione. Avrei voglia di andare via col Chiasso in Challenge League».
C’è qualcuno tra i calciatori che l’ha sorpresa in positivo oppure che l’ha delusa?
«In positivo direi quelli che non conoscevo di persona. Mi aspettavo un certo campionato da giocatori come Maccoppi, Affolter o Pavlovic. Le vere sorprese sono stati Silva e Safarikas, che per me è stato non solo il miglior portiere da anni a Chiasso ma anche dell’intera Challenge League. Non scordiamoci che ha solo 21 anni. In negativo nessuno, sono stati tutti encomiabili».
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