La presa di posizione dei supporter contro la nuova Super Lega ha portato le sei società inglesi a ritirarsi dal progetto
È la vittoria dei tifosi: quattro miliardari, un oligarca russo e uno sceicco emiratino sono stati costretti a ritirarsi dal progetto di una Super Lega europea dissidente, sotto la pressione degli amanti del calcio.
Mal concepito, mal gestito e mal venduto, il progetto di un concorso semichiuso con 20 squadre, di cui 15 riservate ai fondatori, non vedrà la luce. Almeno non immediatamente e non in questa forma.
Per quasi 48 ore, i club descritti come i "grandi sei" d'Inghilterra – Manchester City e United, Liverpool, Chelsea, Tottenham e Arsenal – sestetto che rappresentava la metà delle società dissidenti, sono rimaste sotto un feroce fuoco di sbarramento.
La raffica di critiche è arrivata dalle vecchie glorie in tivù, dai capi degli organi di governo e dei club rivali, dai politici: ma è stata senza dubbio la mobilitazione dei tifosi a ribaltare definitivamente la situazione.
"Voglio scusarmi con tutti i fan e i sostenitori del Liverpool Football Club per i disagi causati nelle ultime 48 ore", ha ammesso in un video il proprietario dei Reds John W. Henry.
"Questo è qualcosa che non dimenticherò e mostra il potere che i fan hanno e giustamente continueranno ad avere”, ha continuato il miliardario.
“Abbiamo fatto un errore e per questo ci scusiamo", aveva twittato l’Arsenal per accompagnare l'annuncio del suo ritiro.
Lunedì, poche ore dopo che il progetto era stato reso pubblico dai suoi promotori, un telone nero era stato appeso ai cancelli di Anfield, con la scritta "Vergognatevi". Rip (riposa in pace) Lfc 1892-2021".
La sera stessa, la partita di campionato contro il Leeds è stata giocata in un'atmosfera carica di tensione. I Reds sono stati accolti da tifosi che bruciavano le maglie del Liverpool al canto di "Avidi bastardi, sapete cosa siete".
Negli spogliatoi, i giocatori del Liverpool avevano trovato magliette con il logo della Champions League e le parole "Earn it" sul davanti e "Football belongs to the fans" sul retro, indossate dai loro avversari nel riscaldamento. Un aereo con uno striscione "#SayNoToSuperLeague" ha sorvolato il cielo di Elland Road poco prima del calcio d'inizio.
Al Manchester City, l'atmosfera era stata solo leggermente meno pesante, con i tifosi che entrati all'Etihad Stadium per scrivere "Traditori" a grandi lettere rosse su uno degli striscioni del club che circondano il campo.
Le proteste sono culminate martedì sera con una manifestazione fuori da Stamford Bridge poco prima della partita di campionato tra Chelsea e Brighton. Centinaia di tifosi si erano ammassati all’entrata principale dello stadio, impedendo anche al bus della squadra di entrare, ciò che ha causato un ritardo di 15 minuti al calcio d'inizio.
“Rip (riposa in pace), Football 1863-2021”, “Creato dai poveri, rubato dai ricchi” e “Roman (Abramovich, proprietario russo del Chelsea, ndr), prendi la decisione giusta”, gli slogan non lasciavano dubbi sul netto rifiuto dei tifosi.
Petr Cech, un ex idolo del club, a difesa della porta dei Blues dal 2004 al 2015, e che ora è un influente consigliere tecnico di Abramovich, è andato a incontrare i tifosi, chiedendo loro di dare tempo al club. Ma lo scambio si è rapidamente trasformato in un dialogo tra sordi. Ed è stato poco dopo, con la diffusione virale di questi scambi sulle reti sociali, che sono apparse le prime voci di una rinuncia.
Poco prima che il Manchester City annunciasse che stava abbandonando il progetto, aprendo la porta ad altre defezioni. E alla vittoria dei tifosi.