Stando al Blick i fratelli Antonio e Raimondo sarebbero vicini all'acquisizione dell'Fc Lugano. Il cui numero uno smentisce. Ma due cordate interessate ci sono
«Hai presente quei giocatori che iniziano a scaldarsi a bordo campo ma in campo ancora non hanno messo piede? Ecco, la situazione è quella». Angelo Renzetti smentisce con una simpatica ma chiara metafora che i fratelli Antonio (già patron di Siena e Carrarese) e Raimondo Ponte, ex mister anche di acb, Chiasso e degli stessi bianconeri), siano vicini all'acquisizione dell’Fc Lugano, come paventato oggi dal Blick. «Ho ricevuto più o meno 45 proposte di acquisizione della società, in questi mesi - precisa il numero uno bianconero -, ma di interlocutori con i quali sono entrato in trattativa in modo serio non ce ne sono stati. Capita che ci sia chi approfitta della stampa per esercitare un po’ di pressione e farsi pubblicità».
Sono settimane intense, per Renzetti. La cessione è un tema caldo, ma affinché vada in porto è necessario che chi bussa alla sua porta abbia tutte le credenziali in regola. Scafato e non certo disposto a cedere alle prime lusinghe, il presidente bianconero aggiunge: «Faccio un esempio concreto di come funzionano le cose, in questo ambito: tempo fa si fecero avanti due industriali italiani interessati a intavolare una trattativa. Fissammo un appuntamento e si presentarono in cinque. C'erano già un allenatore con un procuratore. Ormai queste cose funzionano anche così». Fin troppo facile intuire che la trattativa manco è stata avviata.
Lo è, per contro, con due cordate con le quali Renzetti ha intavolato un discorso che potrebbe anche farsi interessante: due gruppi stranieri, uno dei quali però facente riferimento a un prestigioso studio legale della Svizzera tedesca. «A loro - conferma Renzetti riprendendo la metafora del campo - ho quantomeno iniziato a mostrare la maglietta con un numero sopra. Ci hanno sottoposto un’offerta scritta che stiamo valutando». Loro potrebbero anche avere la possibilità di scendere in campo, quindi.