Lo Zurigo passa con Schönbächler in un primo tempo in cui i padroni di casa soffrono. Dopo il 45' è un altro Lugano, ma non basta a scongiurare la sconfitta 0-1
Sono due le colpe imputabili al Lugano, una collegata all'altra. La prima, quella più grave, alla luce del colpo gobbo del Tourbillon, è una pessima entrata in materia della quale lo Zurigo ha approfittato per regalarsi il vantaggio che ha poi difeso fino al fischio finale. La seconda, sempre pensando al 3-0 pesantissimo di Sion, è non aver saputo dare continuità al risultato di giovedì. Cancellando, di fatto, il bonus raccolto in Vallese, con una buona dose di cinismo.
Il Lugano ha quindi incassato una nuova battuta d’arresto che complica le cose in classifica, anche in virtù del colpo esterno proprio del Sion, riportatosi a -5 dai bianconeri. Una prima parte di gara "consegnata" allo Zurigo, in gol con Schönbächler, e una ripresa dominata ma confusa e senza grandi riscontri dalle parti di Brecher, hanno prodotto uno 0-1 che lascia l’amaro in bocca soprattutto alla luce della ripresa affrontata dai padroni di casa con il coltello tra i denti e un atteggiamento propositivo che avrebbe povuto portare in dote un pareggio. Invece è arrivata la quinta sconfitta nelle ultime otto esibizioni a Cornaredo. Questa volta l’ha firmata uno Zurigo reduce da un periodo negativo di quattro sconfitte nelle ultime sei, le ultime due delle quali contro rivali dirette quali il Servette e il Lucerna. Una squadra, quindi, in un momentaccio, risollevata nel momento in cui le si poteva assestare un ulteriore colpo, trascinandola ancor di più verso il basso. Invece l'undici di Rizzo ha operato il sorpasso agganciando la quarta posizione, benché con due sole lunghezze di vantaggio su Losanna e Lugano, appaiate a quota 30. Se aggiungiamo che il Servette è secondo con 34 e il Basilea terzo con 33, ecco che troviamo 7 squadre in 4 punti, con il Sion a -5, quindi non poi così distante, certamente tutto fuorché spacciato, a 12 giornate dalla fine (nemmeno il Vaduz a 23 lo è). Un'ammucchiata dalla quale il Lugano avrebbe potuto smarcarsi, con un successo. Nella quale è invece invischiato, con tutti i dubbi che nascono quando non vi è costanza di rendimento, né il giusto approccio alla partita, come è stato il caso ieri a Cornaredo.
Molto complicato l’avvio di gara per il Lugano, vittima del pressing insistito degli ospiti, molto aggressivi sui portatori di palla di Jacobacci, costretti a soluzioni affrettate e per lo più imprecise. Il gol del vantaggio, lo Zurigo lo deve agli effetti di una palla inattiva e alla complicità del portiere Baumann, sorpreso dalla traettoria del pallone calciato alle sue spalle da Schönbächler da una posizione dalla quale di solito ci si limita a scodellare al centro. Una punizione, va detto in quanto ben fotografa le difficoltà del Lugano nei primi 20’ almeno, causata da un tocco errato di Custodio.
Scampato il pericolo con la conclusione fuori misura di Khelifi da ottima posizione, il Lugano ha trovato nel nulla di una fase di gioco in cui ha davvero fatto fatica la prima delle quattro opportunità per un pareggio che non ha però saputo trovare: servizio al centro di Gerndt (il migliore), Bottani è rimpallato, sulla sfera si fionda Lavanchy la cui conclusione a botta sicura è respinta da Aliti, immolatosi per la causa della sua squadra. Uno scossone, dopo il quale Sabbatini ha avuto il torto di sprecare in maniera clamorosa il pallone dell1-1 servitogli da… Kryeziu (tiro a lato con Brecher spettatore ormai spacciato, ma graziato dal sinistro a lato del capitano bianconero). La terza possibilità l’ha procurata ancora Gerndt, stavolta cedendo l’incombenza a Custodio, il cui tiro è però stato debole. Meglio, in chiusura di prima frazione, la punizione dello svedese dalla lunga distanza, spentasi a lato della porta di Brecher che non ci sarebbe mai arrivato.
Insomma, alla luce della nitidezza delle occasioni avute, il pareggio meglio avrebbe riassunto la dinamica di primo tempo che il Lugano ha approcciato davvero male, salvo poi rifarsi sotto e sfiorare il gol.
Nettamente meglio il Lugano della ripresa. Tornato in campo con Lovric al posto di Covilo, l’undici di Jacobacci ha tratto giovamento dall’abbassamento in cabina di regia di Sabbatini, sotto gli impulsi del quale ha assunto il controllo delle operazioni dando il via a un monologo al quale lo Zurigo si è opposto restandosene in attesa, con ricorrenti interruzioni del gioco e qualche stucchevole sceneggiata di troppo da parte dei suoi giocatori. Diverso l'atteggiamento dei bianconeri, monocorde lo svolgimento: possesso palla, attacchi insistiti, ma scarse lucidità e incisività. Tre - ma solo una clamorosa - le occasioni da gol: Bottani di testa (alto), Abubakar (conclusione "ciccata") e soprattutto Maric. Nelle inedite vesti di attaccante aggiunto nei minuti conclusivi, il centrale ha colpito malissimo da posizione che definire invitante è un eufemismo, su servizio di Custodio, tra i più in palla. Un tiraccio che ha posto i sigilli alla sesta sconfitta stagionale del Lugano. La terza nelle ultime quattro partite, la quarta nelle ultime sei.