Calcio

Il Chiasso si fa male da solo. E il Winterthur ringrazia

I rossoblù di Raineri su un campo pesante si debbono arrendere agli zurighesi, che accettano i regali. Raineri: 'Sapevamo che la stagione sarebbe stata questa'

Il tecnico rossoblù Baldo Raineri (Ti-Press/Crinari)
2 dicembre 2020
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Che in questa stagione al Chiasso succeda di tutto è assodato. Dopo il Covid, ci si è messa la neve a far saltare i piani della squadra di Raineri, costretta a scendere in campo il giorno dopo (tra l’altro con le righe del campo e il pallone rossi, dettaglio decisamente di colore), in un periodo dove si gioca già ogni pochissime ore. La partita, contro un po’ rimaneggiato ma pur sempre squadra tignosa da metà classifica, non poteva essere spettacolare, col campo pesante.

A volte, quando si parla del Chiasso sembra di ripetere un copione. Squadra che ci prova, che si impegna, che vede l’avversario prendere il sopravvento e poi che gli fa anche il regalo, in perfetto tema Avvento. Questa volta, sul finire del primo tempo, è stato l’esperto Maccoppi a perdere palla in zona pericolosa, Callà ne ha approfittato lasciando sul posto Hajirizi e calciando da posizione angolatissima verso la porta con Safarikas in uscita disperata, palo e respinta in gol di Alves. Il Chiasso ha tentato di reagire subito con Hadzi, Raineri ha provato un paio di cambi subito a inizio ripresa, i suoi hanno provato a spingere per raggiungere il pari ma a un quarto d’ora dal termine un rigore di Buess (causato da un fallo fischiato a Safarikas sulla stessa punta, il secondo contro in una settimana).

I punti di ritardo dalla penultima sono quattro, un divario che si potrebbe colmare con un filotto di risultati utili. Baldo Raineri nel finale come sempre difende i suoi: «Abbiamo fatto una buona partita, siamo consapevoli che ci manca qualcosa in area quando dobbiamo andare a concludere» è la sua analisi, che tocca dunque più la questione offensiva che gli errori all’origine dei gol incassati. «Ognuno può vederla come vuole, ma io mi rendo conto di quanto questi benedetti ragazzi si dannino, poi succedono situazioni come quelle del primo gol, o ancora del secondo…».

Già, dove i ragazzi che allena si fanno del male da soli, mettendo le partite in salita. «D’altro canto sapevamo che la stagione sarebbe stata questa», continua Raineri, che lancia un avvertimento: «Chi non ci crede più lo dica», rivolto chiaramente all’ambiente. «Se qualcuno credeva che dopo la vittoria in Coppa sullo Zurigo sarebbe stato tutto facile, si sbagliava. Dobbiamo fare in modo di fare stare tranquilli e sereni i giocatori». Adesso ci sarà davvero poco tempo per preparare la prossima sfida. «Avremo un giorno di lavoro, ce la faremo. E se andrà bene qualcuno salirà sul carro dei vincitori e saremo tutti fenomeni». Un altro messaggio a chi sta attorno ai rossoblù. «Ho un gruppo che lavora con grande serietà, i ragazzi accettano ogni mia decisione, anche sulle situazioni durante la partita e i cambi. Lavorano e onorano la maglia, di conseguenza la società e i tifosi, questo è certo e se qualcuno lo mette in dubbio, mi dispiace. L’obiettivo è sempre quello».

Ovvero, non essere ultimi a maggio, una maratona e non uno sprint, per “rubare” dei termini che al momento si sentono spesso dire riguardo la pandemia. Un obiettivo che ora come ora non è lontanissimo (anche se lo Xamax ha una gara in meno): basterebbe non regalare sempre un gol agli avversari per avere la strada sicuramente più semplice.