I magistrati non formulano accuse specifiche ma vogliono vedere chiaro sull'operato del neurochirurgo. Che si difende. 'Ho fatto più del dovuto, non meno'
Svolta nelle indagini sulla morte di Diego Armando Maradona. Si accende infatti il versante giudiziario della scomparsa dell'ex calciatore argentino: il battaglione di magistrati, pm e procuratori che hanno raccolto da mercoledì tanta documentazione e numerose testimonianze ha annunciato che il dossier su cui lavorano apre all'ipotesi di 'omicidio colposo'. Per il quale c'è già un indagato, ed è il medico personale del campione scomparso, Leopoldo Luque.Â
Luque, il neurochirurgo al quale sono stati nel frattempo sequestrati computer e telefonino, si difende a spada tratta spiegando di aver fatto «tutto il meglio che potevo per Diego. Ho fatto più del
dovuto, non meno. Ogni volta ci riunivamo per capire cosa fosse meglio per Maradona, e non potevamo andare contro la sua volontà . Io non posso obbligare un paziente e ricoverarlo in un manicomio se non ho un parere in questo senso da uno psichiatra. Senza Diego niente poteva essere fatto. Allora perché adesso non indagano su chi era Maradona? Non ci sono errori medici - conclude Luque -. Maradona ha avuto un attacco cardiaco, e purtroppo è la cosa più comune del mondo morire così».
L'inchiesta intanto potrebbe svelare altre sorprese: l'entourage dell'ex fuoriclasse è convinto che quella scoperta è solo la punta di un iceberg di una vicenda che potrebbe rivelare numerosi scheletri negli armadi. E coinvolgere varie persone finora insospettabili, fra medici, amici e parenti. Una squadra di decine di agenti e giudici ha perquisito la residenza del medico e la sua clinica nella capitale, notificando all'interessato la sua veste di 'indagato' per una possibile ipotesi di «trascuratezza nell'assistenza». Al momento, però. non sono formulate accuse specifiche
Lo sviluppo nelle indagini arriva dopo che gli inquirenti hanno acquisito le testimonianze di un infermiere dello staff di assistenza di Maradona e della sua cuoca fidata. Da cui si è saputo che Luque, lo specialista in neochirurgia che, fra mille difficoltà per ottenere l'assenso, aveva effettuato l'operazione alla testa del Pibe de oro per rimuovere un ematoma subdurale, non si recava più nella casa in cui Maradona trascorreva la convalescenza dal 19 novembre, dopo una lite con grida e insulti arrivata anche alle mani, secondo quanto riferito dall'infermiere e anche dalla cuoca.