Stasera a Colonia la finale della seconda coppa continentale che gli spagnoli hanno già vinto cinque volte negli ultimi 15 anni
Da dieci anni esatti aspettava di tornare protagonista in Europa, come lo era stata ai tempi del Mago Herrara prima e dello Special One Mourinho poi. Certo, questa volta lo scalino è un po’ più basso, è quello dell’Europa League dopo l’eliminazione nella fase a gironi di Champions a opera di Barcellona e Borussia Dortmund. Ma poco importa, conta soprattutto tornare a primeggiare, regalare alla società la decima Coppa internazionale (la prima della gestione cinese) e ad Antonio Conte il primo successo nelle competizioni continentali. Per quanto possa essere considerato un trono da principe rispetto a quello da re della Champions, anche quello dell’Europa League è pur sempre un trono...
Questa sera a Colonia l’Inter proverà a scrivere il suo nome nell’albo d’oro di un trofeo alzato l’ultima volta nella stagione 1997-98. Sulla loro strada i nerazzurri si sono ritrovati l’avversario forse più scomodo di tutti quelli che hanno preso parte alle Final 8 in Germania: il Siviglia. Negli ultimi 15 anni gli andalusi hanno conquistato cinque volte l’Europa League (2006, 2007, 20014, 2015, 2016) e puntano senza mezzi termini al sesto sigillo. Con un’anima, tra l’altro, "italiana", perché Banega (Inter), Suso e Ocampos (entrambi Milan) vantano un passato in Serie A con poco (Banega e Ocampos) o medio (Suso) successo. Una buona occasione per dimostrare che sul loro conto le due milanesi avevano preso un abbaglio. «Negli ultimi sette o otto anni hanno vinto molto. Sono in gamba –, avverte un Conte sempre sul chi vive –. Noi contrapporremo la voglia e l’entusiasmo della nostra squadra». All’interno della quale, due elementi hanno già alzato al cielo l’Europa League: Ashley Young con il Manchester United e Diego Godin con l’Atletico Madrid.
In Serie A l’Inter, ancora una volta, ha dovuto chinare il capo di fronte alla Juventus, più per la sua discontinuità che per veri meriti bianconeri, ma in questo finale anomalo di stagione sembra che in casa nerazzurra sia tornata la massima serenità. E non è un caso che da quando le vicissitudini in casa del Barcellona anno frenato l’assalto a Lautaro Martinez, l’attaccante argentino sia tornato in splendida forma, come hanno dimostrato le due reti e l’assist contabilizzati in semifinale contro o Shakthar. Al fianco del belga Romelu Lukaku, Luataro forma una delle più prolifiche coppie del calcio moderno: in stagione hanno messo a segno ben 54 reti. Certo, c'è chi ha fatto meglio anche da solo (Lewandowski, 56 reti in 46 partite!), ma l'efficacia del duo Lu-La per Conte rappresenta un'assicurazione sulla vita.
Antonio Conte ha affermato che la stagione sarebbe da considerare positiva già così, ma è ovvio che nessuno gli crede. Dopo aver gettato al vento l’opportunità di contendere fino all’ultimo minuto lo scudetto alla Juve e dopo le molteplici esternazioni critiche dell’allenatore nei confronti della società, è ovvio che soltanto la conquista di un titolo permetterebbe di placare quei venti di contestazione che troppo spesso spifferano in casa nerazzurra. E permetterebbe di lanciare con il giusto entusiasmo una stagione 2020-21 già alle porte.
Se Antonio Conte è considerato un allenatore capace di vincere su qualsiasi panchina (lo ha fatto in Italia con la Juve e in Inghilterra con il Chelsea), il suo omologo Julen Lopetegui ha sete di rivincita dopo i fallimenti al Porto, al Real Madrid e l’esonero dalla Nazionale iberica alla vigilia dei Mondiali 2018, proprio per aver già firmato per il club del Bernabeu. A Siviglia ha trovato l’esplosione dell’argentino Ocampos, autore di 17 reti, il quale non è però sicuro di poter scendere in campo a Colonia per un dolore al ginocchio. In Europa League gli andalusi hanno totalizzato un record di 41 vittorie e 126 reti segnate, mentre in generale non perdono dal 9 febbraio (2-1 dal Celta Vigo), per una striscia positiva che ha raggiunto le 20 partite. Il cammino in Europa Legue è stato pressoché perfetto, con un solo passo falso, nel sesto turno della fase a gironi contro l’Apoel Nicosia. Per il resto, otto vittorie e due pareggi (entrambi nei 32.mi contro il Cluj), tra cui il 2-0 negli ottavi contro la Roma, l'1-0 ai quarti contro il Wolverhampton e il 2-1 in semifinale contro il Manchester United. Insomma, chi definisce l’Europa League la Sevilla Cup, forse non ha tutti i torti. L’Inter farà bene a diffidare. Uomo avvisato...