Calcio

La Sfl prende tempo, per ora il campionato resta in standby

A seguito delle nuove misure del Consiglio Federale, la lega ha comunicato il divieto di allenarsi e disputare amichevoli per tutte le squadre

16 marzo 2020
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Di fronte all’emergenza coronavirus, il calcio svizzero prende (ancora) tempo e per il momento decide di… non decidere. Perlomeno non sul punto principale ancora da sciogliere, ossia se concludere la stagione in corso allo stato attuale e quindi verosimilmente non assegnare il titolo di campione rossocrociato né contemplare retrocessioni e promozioni tra Super e Challenge League (un po’ come nel caso dell’hockey) o se tentare di terminare il campionato in estate accorciando (se non eliminando) la pausa invernale di quello nuovo. No, la riunione a distanza nella quale i 20 club della Swiss Football League (tra cui Fc Lugano per la massima divisione e Fc Chiasso nella lega cadetta) avrebbero dovuto dibattere in particolare su questo tema non c’è stata e la stessa Sfl si è limitata a emettere un comunicato attraverso il quale ha informato che “in seguito alla decisione del Consiglio Federale di dichiarare lo stato di situazione straordinaria in tutta la Svizzera, i club si assumono la loro responsabilità sociale e smettono con effetto immediato e fino a nuovo avviso di allenarsi, così come di disputare partite amichevoli”. Una situazione nella quale sia il Lugano sia il Chiasso si trovavano già dallo scorso 11 marzo, quando il Consiglio di Stato ticinese aveva vietato qualsiasi attività sportiva (allenamenti compresi) sul suolo cantonale. 

Ricordiamo che sempre oggi al posto della “conference call” a sua volta annullata, avrebbe dovuto tenersi un’assemblea generale straordinaria della lega, già programmata da tempo ma rinviata a seguito dell’evoluzione della situazione sanitaria. In particolare venerdì il Consiglio Federale aveva inasprito le limitazioni (tra le altre quella che vieta assembramenti di oltre 100 persone fino almeno al 4 aprile, compreso in ambito sportivo), l’Asf a ruota aveva fermato tutte le partite di tutte le categorie ed età a tempo indeterminato e la stessa Sfl aveva messo le sue due competizioni, già ferme da fine febbraio (3 i turni saltati finora), in standby fino al 30 del prossimo mese. Oltre a ciò, a spingere il comitato ad annullare la riunione ci si era messa pure la positività al Covid-19 del presidente dell'Associazione svizzera di calcio, Dominique Blanc.

Campana: 'Speriamo in un segnale dall'Uefa'

Nonostante ciò, ci si aspettava comunque delle risposte da parte del mondo del pallone elvetico, ma come detto così non è stato.

“Non avremmo potuto fare altrimenti vista la situazione, con il presidente Blanc ricoverato, la Confederazione pronta ad annunciare lo stato d’emergenza e l’Uefa che si riunisce domani con gli “stakeholder” principali - afferma Michele Campana, direttore generale del Lugano fautore della proposta elencata in precedenza per portare a termine la stagione e che proprio dal massimo organismo del calcio continentale si aspetta indicazioni importanti, a cominciare dall’inevitabile spostamento degli europei fino al prosieguo di Champions (si parla di quarti di finale secchi seguiti da una finale four) ed Europa League, che dovrebbero incastrarsi appunto con le competizioni nazionali -. La nostra proposta rimane quella, tanto che l’abbiamo già sottoposta agli altri club ottenendo anche diversi consensi. Sappiamo inoltre che, posto che l’Europeo verrà sicuramente rimandato, anche le principali federazioni europee spingeranno per concludere i campionati prima della fine dell’estate, per cui ci aspettiamo che in questo senso possano aprirci la strada. In particolare la speranza è che emerga perlomeno la volontà di trovare una soluzione condivisa da tutti”.

Anche perché in fondo tutti stanno giocando più o meno la stessa partita. E affrontando gli stessi problemi… “Un nodo comune da sciogliere è sicuramente quello dei contratti in scadenza a giugno, che di conseguenza tocca anche il mercato. Come detto la speranza è che ora che è diventato un tema comune a livello europeo e non solo, ci si chini tutti insieme sulla questione per trovare una soluzione. Coronavirus permettendo, perché tutti abbiamo commesso l’errore di sottovalutare la portata di quanto stava succedendo e secondo me per certi versi lo stiamo ancora facendo, tanto che se inizialmente ero positivo sulla possibilità di chiudere questo campionato prima dell’estate, ora ammetto di esserlo molto meno”.

Nella drammaticità della situazione, sportivamente parlando, qualcosa di positivo però a Lugano c’è ancora… “Sono felicissimo del fatto che tutti i giocatori sembrano aver capito la situazione e hanno dimostrato molta sensibilità, tanto che dopo un certo smarrimento iniziale più che comprensibile, praticamente tutti hanno accettato il lavoro ridotto. E in questi giorni dovremmo riuscire a chiudere positivamente il discorso con tutti”.

Giocatori liberi, Covilo in quarantena in Serbia

Giocatori che in sostanza “sono liberi dall’11 marzo. Alcuni sono ancora qui in Ticino, altri con il nostro permesso sono già tornati nei rispettivi paesi, altrimenti rischiavano di non trovare più voli. Nei prossimi giorni riceveranno un programma di allenamento personalizzato per tenersi in forma, anche se in questo momento la priorità è la salute”.

Liberi si fa per dire, perlomeno nel caso del centrocampista Miroslav Covilo, che come chiunque entri in Serbia è stato messo in quarantena… “Effettivamente si trova in una caserma, ma sta bene e passate due settimane potrà riabbracciare i suoi cari”.