Calcio

Allan Arigoni, Barça non montarsi la testa

Barcellona e Chelsea interessati a lui? ‘Sto bene al Grasshopper e resto con i piedi per terra’ risponde il giovane ticinese

23 gennaio 2020
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Provi ognuno di voi a riflettere su cosa proverebbe se venisse a sapere che una delle top-5 imprese del proprio settore professionale ha chiesto informazioni sul vostro conto per un possibile futuro contratto lavorativo. Probabilmente, le reazioni spazierebbero dallo stupore all’euforia. Qualcosa di simile deve averlo provato il 21.enne Allan Arigoni quando ieri mattina, aprendo il Blick, si è reso conto che José Maria Bakero, leggenda del Barecellona e della Real Sociedad,  nel mese di dicembre è venuto in Svizzera per osservare personalmente il laterale basso del Grasshopper. E che a interessarsi alle sue qualità c’è pure il Chelsea. Notizie da far perdere la testa a chiunque, ma non al giovane ticinese, che la capoccia sembra avercela ben salda sul collo...

«Non ne sapevo nulla, per me si è trattato di una novità. E all’allenamento ho trovato diversi compagni che hanno scherzato sulla notizia. Fa piacere sapere che club tanto prestigiosi si stanno interessando a me, ma cerco di non montarmi la testa: sono concentrato sul girone di ritorno, sul Grasshopper e sull’obiettivo comunque che stiamo cercando di raggiungere. D’altra parte, un’eventuale promozione rappresenterebbe la migliore pubblicità per me e per tutta la squadra, perché in Super League la visibilità, ancher internazionale, sarebbe maggiore». D’ora in poi, però, quando si tratterà di scendere in campo, la conapevolezza che in tribuna potrebbe esserci qualche scout di club prestigiosi frullerà nella mente... «Quando vado in campo lo faccio perché voglio divertirmi e per la passione che nutro nei confronti di questo sport. Fa piacere sentire certe notizie, ma cerco di concentrarmi giorno dopo giorno sulla partita, sul campionato, sulla squadra e sulle sue dinamiche. Poi, se proprio dovrà essere, sarà quel che sarà...».

Cresciuto nel Riarena, poi nel Locarno e infine nel Team Ticino, Arigoni ha probabilmente attirato l’attenzione di Barcellona e Chelsea anche per una sua  caratteritica: la velocità... «È vero, sono veloce e i dati del Gps mi hanno misurato a 35,1 km/h, penso proprio si possa dire che si tratta di un mio “atout”». Una velocità da fare invidia a un centrometrista. Ma, nonostante la mamma sia di origini giamaicane, per il giovane Allan l’atletica non è mai stata un’opzione... «Mia mamma ha praticato l’atletica, ma io mi sono innamorato del calcio fin da ragazzino e non ho mai avuto un solo dubbio su quale sarebbe stata la mia strada sportiva». Tanto che a 17 anni ha deciso di lasciare il Ticino alla volta di Zurigo... «Non è stato un passaggio evidente, ho dovuto adattarmi a nuove dinamiche, nuove filosofie di gioco, ma penso di essermi integrato abbastanza bene. A livello personale sono stato facilitato dal fatto che a casa mia già si parlava tedesco, in quanto entrambi i genitori sono cresciuti a Zurigo, ma ho comunque dovuto mettermi in gioco e prendere di petto la vita da indipendente, iniziando ad occuparmi di cose che prima davo per scontate come cucinare o fare il bucato. E, a metà strada tra lo sportivo e il personale, ho pure dovuto gestire l’inforttunio alla spalla che mi ha fatto perdere tutta la scorsa primavera: operato il 14 febbraio, sono rientrato soltanto con la nuova stagione. Adesso sto bene, ho disputato 16 partite (con cinque assist, ndr.) e non vedeo l’ora di riprendere la competizione».

Il Grasshopper occupa il secondo posto della classifica e non nasconde le ambizioni di promozione... «Al Gc si vive senza particolare pressione. Sono molto grato di poter difendere i colori di questa squadra e della grande storia che ha alle spalle. Siamo tutti focalizzati sull’obiettivo  collettivo. La dirigenza ci lascia lavorare in maniera tranquilla, senza particolare pressione. Ovvio, se risucissimo a tornare subito in Super League sarebbero tutti molto contenti, ma personalmente non percepisco particolari sollecitazioni».
Allan Arigoni è ancora molto giovane, ma già conosce il significato del termine professionalità. Come dimostra il nome del calciatore che prende ad esempio... «Cerco di estrapolare il meglio dalle caratteristiche di ogni calciatore, ma devo dire che adoro l’attitudine di Cristiano Ronaldo. Lui dedica moltissimo tempo alla preparazione fisica, alla fisioterapia, alla cura sportiva del corpo. È un professionista al 100%, costantemente focalizzato sul mondo del calcio. Una filosofia che ammiro, perché anche io sono convinto che più si lavora, più traguardi si possono raggiungere». Atteggiamento che, di sicuro, dalle parti della Masia sanno apprezzare...