Ai rossocrociati di Petkovic l'urna di Bucarest riserva un gruppo difficile. In cui, a conti fatti, la Svizzera si gioca tutto già alla primissima partita
Tutto si giocherà il 13 giugno a Baku. Dopo aver ereditato dall’urna di Bucarest un gruppo molto complicato, con l’Italia quale testa di serie, la Turchia scomoda avversaria e due lunghe trasferte in Azerbaigian, la Svizzera sa già sin d’ora che il suo destino nell’Europeo del prossimo anno si delineerà fin dalla prima partita, quando sarà imperativo battere il Galles. Nelle quattro precedenti apparizioni a una fase finale dell’Europeo, gli elvetici sono stati eliminati tre volte al primo turno (1996, 2004 e 2008) dopo aver perso o pareggiato il confronto iniziale. Quattro anni fa in Francia, però, il successo contro l’Albania aveva spalancato le porte dei quarti di finale alla truppa di Petkovic. Superare Bale e compagni, permetterà di affrontare Italia e Turchia con il cuore più leggero, in considerazione del fatto che ad accedere agli ottavi di finale saranno anche le quattro migliori terze.
Ma se la sfida con il Galles determinerà verosimilmente il futuro della spedizione rossocrociata, l’avversario con maggiore appeal è senza dubbio l’Italia. Una sfida molto sentita anche oltre San Gottardo (più di quanto non lo siano qui da noi quelle contro Germania o Francia) e che in una fase finale di un grande torneo non si presentava più dai Mondiali in Cile, quelli del 1962. Si era andati molto vicini al “derby” ai Mondiali 2006, quando solo la sconfitta ai rigori contro l’Ucraina aveva impedito alla Svizzera di sfidare i futuri campioni allo stadio dei quarti di finale. Il prossimo 17 giugno, a prescindere dal risultato del confronto inaugurale, il Ticino (e non solo) vibrerà di passione. Rimasta a casa dai Mondiali 2018 in Russia, l’Italia si sta ricostruendo grazie alle cure di Roberto Mancini, il quale ha dato spazio ai numerosi giovani messisi in mostra di recente nel campionato di Serie A. Un rinnovamento che ha dato i frutti sperati, se è vero che gli Azzurri hanno chiuso al primo posto il loro girone (anche loro contro avversari tutt’altro che trascendentali) con dieci vittorie in altrettante partite. Una striscia positiva che fa dell’Italia una delle grandi favorite per la finale di Wembley.
In caso di passaggio del turno, la Svizzera beneficerebbe di sei giorni per preparare l’ottavo di finale (a Londra come prima di gruppo, ad Amsterdam come seconda) e se dovesse staccare il biglietto quale terza potrebbe godere di ulteriori 2 o 3 giorni di riposo.
In seno al clan elvetico tutti sono contenti di affrontare l’Italia, ma le forzate trasferte a Baku (3’150 km da Roma) pongono problemi logistici con i quali le altre squadre (eccetto la Turchia) non dovranno confrontarsi. A iniziare da quello della sede del ritiro. L’idea iniziale dell’Asf era di posare armi e bagagli nella nazione nella quale la Svizzera avrebbe disputato due partite. Occorrerà capire se, alla luce del sorteggio, i vertici della federazione non cambieranno opinione, anche perché ci sarebbero da aggiungere altri 3’000 km per il trasferimento iniziale da Zurigo in Azerbaigian.
Nonostante non abbia nulla a che vedere con il gruppo F, nel quale si affronteranno i campioni del mondo 2014 (Germania), 2018 (Francia) e i campioni europei 2016 (Portogallo), il compito riservato alla Svizzera non sarà certo agevole. L’Italia è la grande favorita del gruppo A, mentre le altre tre si giocheranno quasi alla pari le possibilità di raggiungere gli ottavi di finale. Il Galles può contare su fuoriclasse del calibro di Bale e Ramsey e nel 2016 aveva raggiunto addirittura la semifinale. Senza dimenticare che l’ultimo confronto diretto aveva sancito l’esclusione rossocrociata da Euro 2012...
La Turchia, dal canto suo, nella fase di qualificazione si era permessa il lusso di strappare quattro punti alla Francia. Gli ultimi scontri diretti rimangono difficili da dimenticare: nel 2008 la Turchia aveva eliminato la Svizzera dall’Europeo casalingo con una vittoria all’ultimo secondo, mentre nel 2005 lo spareggio per i Mondiali aveva premiato i rossocrociati al termine della battaglia di Istanbul (per altro persa 4-2), partita condita da scorrettezze di ogni genere nei confronti della Nazionale di Köbi Kuhn.