Calcio

‘Ora più che mai bisogna stare vicini all’Acb’

Parla il presidente Paolo Righetti alla vigilia dell'attesa sfida con l’Yverdon. ‘Il vero tifoso sostiene la squadra soprattutto quando questa fatica’

Ti-Press / Crivelli
7 novembre 2019
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Di segnali negativi ne sono usciti abbastanza, negli ultimi giorni, dalle porte del Comunale. La partenza un po’ brusca di Maurizio Jacobacci, i risultati non soddisfacenti della squadra, la protesta dei ‘B’zona Boys 2005’ che rivendicano maggiore chiarezza e una comunicazione più efficace, e chiedono alla dirigenza, accusata di passività e di mancanza di rispetto nei confronti della maglia granata, una gestione più responsabile che preveda un maggiore coinvolgimento dei tifosi. Insomma, un po’ di maretta c’è, e non giova certo alla causa di una squadra che ha dovuto riporre nel cassetto con largo anticipo i sogni di gloria sbandierati con disinvoltura a inizio stagione. Al netto di un risultato sportivo ormai compromesso, c’è comunque una stagione da onorare fino in fondo, per il rispetto dovuto alla competizione, ai tifosi e alla tradizione della società, e per creare i giusti presupposti in vista della prossima. «La contestazione ci può stare – ammette il presidente dell’Acb Paolo Righetti –, purché resti nei limiti dell’educazione e del rispetto. Siamo aperti al dialogo, e infatti proprio stasera incontrerò una delegazione dei ‘Boys’ per discutere dei contenuti della loro protesta, per capire le loro motivazioni, e per uscire da queste difficoltà in modo positivo. Adesso più che mai bisogna stare vicino all’Acebe, e sostenerlo. Il vero tifoso deve stare vicino alla squadra, soprattutto nei momenti in cui si fa fatica». Vi è il rischio, con contestazioni un po’ plateali, che al presidente, chiamato in causa in prima persona per la carica che ha, e al suo comitato, venga un po’ meno la voglia di andare avanti. L’entusiasmo di chi, vale la pena ricordarlo, ha inizialmente dovuto raccogliere le macerie della società, per farla rinascere e portarla al livello attuale, potrebbe anche avere un limite. «Anche per noi dirigenti – prosegue Righetti – vale il principio secondo il quale a volte viene un po’ meno la motivazione, quando le cose non funzionano. Io sono uno di quelli che spesso non dorme, di notte, per l’Acb. Sentirci dire, con tutto quello che abbiamo fatto e passato in questi anni, che non rispettiamo i colori granata, è davvero troppo».

‘Scegliere senza fretta, con serenità’

Quale messaggio si sente di lanciare, per fare il punto alla situazione? «A tutti i tifosi, in generale, garantisco che tutto quello che abbiamo fatto o stiamo facendo è solo perché siamo convinti che sia per il bene del Bellinzona. Non siamo qui a giocare, anche perché siamo i primi a metterci la faccia. Evidentemente, negli ultimi sei anni siamo stati abituati tutti troppo bene. È il primo campionato, questo, in cui siamo confrontati con delle difficoltà. L’abitudine alle vittorie e ai sorrisi porta il nostro tifoso a farsi scoraggiare un po’ troppo facilmente. Nel calcio, purtroppo o per fortuna, non c’è niente di scritto. Alla fine, è il campo a parlare». In discussione è finito anche il ruolo di Pablo Bentancur in seno al club. «Mi spiace che attorno alla sua figura siano nate delle speculazioni, o siano state fatte delle interpretazioni errate: figuriamoci se ha bisogno di venire a Bellinzona per fare i suoi affari, lui che, procuratore di fama internazionale, gestisce calciatori italiani di serie A o di Premier League. Ha sposato il nostro progetto perché vive in Ticino, il calcio è la sua passione, e vuole rendersi utile. Fa parte del nostro gruppo, gli abbiamo affidato la responsabilità delle relazioni con i club esteri e con le società fuori dai confini cantonali. Inoltre, come altri membri di comitato, partecipa al sostegno finanziario della società». Valerio Jemmi rappresenta una soluzione interna che permette a tutti di... rifiatare, e di riflettere sulla seconda parte di stagione. «È uno della grande famiglia granata. La sua investitura ci permette di riflettere con calma. Vogliamo evitare di commettere errori sulla scelta del prossimo mister. Intanto, restituiamo serenità alla squadra».