Il 27enne argoviese, affermatosi al Bordeaux in Ligue 1, aspira a una maglia da titolare, a scapito del terzino zurighese, che al Milan è finito ai margini
Quarto in campionato a 6 punti dal Psg e a 3 dal Nantes, il Bordeaux è una delle piacevoli sorprese della massima serie francese. Titolare fisso dei Girondini, Loris Benito è uno dei punti fermi della squadra affidata all’ex nazionale portoghese Paolo Sousa, unitamente all’ex Arsenal Laurent Koscielny e all’attaccante Nicolas De Préville. I suoi primi passi in rossocrociato non sono certo stati esaltanti. La prima selezione del 27enne argoviese è coincisa con la sconfitta di Lugano contro il Qatar (1-0), lo scorso novembre. Non bastasse, Benito era in campo il 26 marzo a Basilea (subentrato a Rodriguez, infortunato), dove la Danimarca completò la clamorosa rimonta, dallo 0-3 al 3-3. Ora però il laterale ex Young Boys ha l'ambizione di diventare un pilastro anche della Nazionale rossocrociata.
Magari partendo da una maglia sabato a Copenaghen approfittando del momento di “bassa” attraversato da Ricardo Rodriguez, che a Milano non gioca, né palesa una condizione tale da pensare che sia una scelta solo tecnica, quella di puntare su Theo Hernández. Lo zurighese può vantare 67 selezioni, due Mondiali e un Europeo, ma per Benito l’occasione è ghiotta, la fascia sinistra parrebbe scoperta. «Non so se merito di giocare in Danimarca, tocca a Petkovic valutarlo – afferma il laterale mancino –. Mi ritengo polivalente, posso fungere da terzino, fare il centrale in una difesa a tre, o spingere sulla corsia esterna. Non ho preferenze, al riguardo. In certi frangenti, mi sono trovato molto bene a fare il difensore puro, in altri mi sarebbe piaciuto avere compiti diversi. Fino a cinque anni fa i ruoli erano più fissi, oggi per contro i giocatori polivalenti sono avvantaggiati».
In scadenza di contratto a Berna con lo Young Boys la scorsa primavera, Benito non ha esitato a prendere la via della Francia, sponda Bordeaux, per tentare una nuova avventura all’estero, cinque anni dopo quella non troppo felice con il Benfica. «Se non avessi avuto quel tipo di esperienza a Lisbona, non sarei andato al Bordeaux. Forse, all’epoca, ero troppo giovane per impormi in una realtà importante come quella del Benfica. Ho però imparato la lezione di quella stagione 2014/15».
L’argoviese è giunto in un club acquisito un anno fa da un fondo d’investimento americano, il Gacp. I nuovi proprietari hanno puntato su Paolo Sousa. La presenza dell’ex tecnico del Basilea ha avuto un ruolo determinante nella scelta di Benito. «Ero in Portogallo, nella stagione in cui ha lavorato a Basilea. Ho parlato con alcuni colleghi che hanno lavorato con lui, ottenendone riscontri molto positivi. È pazzo per il calcio, nel senso buono del termine, è esigente, e molto attento ai dettagli. Abbiamo parlato a lungo del progetto che ha in testa per il Bordeaux. È determinato ad ottenere qualcosa di importante già in questa stagione».