All'esordio in Europa League il Lugano disputa una buona partita ma viene sconfitto 1-0 dai padroni di casa incassando il quarto ko filato
È un Lugano ordinato, a tratti pure gagliardo e che di certo non ha sfigurato a Copenhagen nell'esordio nel girone B di Europa League, ma questo non è bastato (anche a causa della solita disattenzione difensiva) a evitare la quarta sconfitta consecutiva (la 6ª nelle ultime 7 partite).
Privo dello squalificato Lovric e degli infortunati Covilo, Crnigoj e Rodriguez (non al meglio, Gerndt e Sulmoni sono comunque andati in panchina), Fabio Celestini ha schierato i suoi con una sorta di 4-5-1 (Bottani falso nove) nel tentativo di arginare l’impeto dei padroni di casa, che spinti da una curva di sostenitori rumorosissima hanno subito messo sotto pressione gli ospiti. Una strategia che ha inizialmente pagato visto che i bianconeri per il primo quarto d’ora non hanno praticamente concesso occasioni (senza tuttavia nemmeno crearsene), mentre al 18’ – 5 minuti dopo una chiusura provvidenziale di Yao – è stato bravo Baumann a respingere il colpo di testa di Sotiriou. Il primo grosso brivido è arrivato al 24’, quando Bengtsson ha centrato in pieno il palo alla destra del portiere di origine dominicana, mentre 8 minuti dopo anche il Lugano si è reso per la prima volta pericoloso con un destro dal limite a lato di Vécsei. Un episodio quest’ultimo che ha dato fiducia ai ticinesi, che hanno alzato il baricentro e al 38’ si sono creati un’altra buona occasione con Lavanchy (ben servito da Daprelà), la cui capocciata è però finita sopra la traversa di Johnsson.
A inizio ripresa la doccia fredda: nemmeno un minuto dopo il cambio forzato tra Bottani (uscito disperato, probabile un problema agli adduttori per lui) e Aratore, Kecskés si è dimentica di Santos che gli sbuca alle spalle e di testa anticipa Baumann firmando l’1-0. E al 64’ il Copenhagen avrebbe anche potuto raddoppiare, ma Falk ha sparato alle stelle da ottima posizione. E il Lugano, la reazione di Sabbatini (grande partita) e compagni non è andata oltre a due tentativi senza troppe velleità dalla distanza di Aratore. Lo stesso esterno offensivo al 75’ il pallone lo ha anche buttato in rete, ma l’arbitro ha giustamente annullato per il fuorigioco di Holender, che ha sfiorato la sfera. E i bianconeri hanno persino colpito una traversa, ma anche in questo caso qualcosa non quadrava perché Maric nel tentativo di anticipare un avversario ha mandato il pallone a sbattere sul legno della porta del proprio portiere. L'ultima emozione la regalano ancora gli ospiti con Holender che all'89' non arriva per un soffio sul cross di Dalmonte e così per il Lugano arriva la più classica delle sconfitte onorevoli. Un po' poco forse per scacciare il fantasma della crisi, ma pur sempre un passo avanti rispetto alle ultime deludenti uscite.
Celestini: ”Ho ritrovato la mia squadra“
«Le partite si giudicano su due piani: il contenuto e il risultato. Del primo sono molto contento, perché non era facile anche a livello nervoso venire a giocare qui la prima partita in Europa, ma i ragazzi hanno dimostrato personalità e carattere, non hanno avuto paura e hanno sempre provato a giocare, con un grande spirito e un atteggiamento positivo. Possono essere orgogliosi di loro stessi e io sono felice di questo, ma anche di aver ritrovato la mia squadra».