A Kiev i bianconeri vanno in vantaggio sul finire del primo tempo con Aratore, ma subiscono la costante pressione degli ucraini che trovano il pari in extremis
Sono mancati 30” al Lugano per poter conquistare la prima vittoria in Europa League. I bianconeri, infatti, sono stati raggiunti sull1-1 al 93'30” da una conclusione di Tsigankov. È così svanito il sogno di tornare da Kiev con tre punti in tasca, con l'orgoglio di aver superato una grande (seppure decadente) del calcio europeo e, soprattutto, di rimpinguare il portafoglio della società con 570'000 euro (ne incassano 280'000). I bianconeri chiudono così all'ultimo posto di un gruppo B rivelatosi estremamente equilibrato. Per altro, il pareggio della Dynamo Kiev non è servito alla compagine ucraina per proseguire l'avventura in Europa League: ai sedicesimi di finale, infatti, vanno Malmö e Copenaghen.
La squadra di Jacobacci ha vestito i panni degli eroi di Forte Alamo. L'assedio della formazione di casa, infatti, è stato costante e asfissiante lungo tutto l'arco del confronto. Ma la Dynamo ha ribadito di non possedere il killer instinct che spesso fa la differenza a livello europeo. La squadra di Mikhailichenko si è creata una quantità industriale di occasioni da rete, molte delle quali addirittura clamorose, colossali, piramidali. Eppure, vuoi per l'imperizia degli attaccanti (al 31' Biesiedin è stato capace di sparare alto, in scivolata, dalla siderale distanza di due metri), vuoi per la buona prova di un Lugano arroccato a protezione dell'ottimo Da Costa, la porta bianconera è rimasta inviolata fino al 94'.
Addirittura, la compagine di Jacobacci ha trovato l'opportunità di passare in vantaggio. Nei minuti di recupero del primo tempo, una percussione di Dalmonte conclusa con un traversone, è stata finalizzata brillantemente da un colpo di testa di Aratore. Il povero Bushan ha toccato il pallone con le mani una sola volta in tutta la partita: quando lo ha raccolto in fondo al sacco.
Se nel primo tempo la pressione della Dynamo è stata importante, nella ripresa è diventata asfissiante, complice un Lugano che non è più riuscito a far girare palla nel tentativo di alleggerire l'incedere dei padroni di casa. I quali hanno bussato in tutti i modi dalle parti di Da Costa e, ad onor del vero, alla fine hanno sicuramente meritato il punto del pareggio.
Il Lugano torna da Kiev con l'amaro in bocca, ma pure con la consapevolezza di aver disputato una prestazione pregevole sotto l'aspetto caratteriale. La gestione di Maurizio Jacobacci continua ad essere positiva e la squadra spera di riuscire a chiudere in bellezza la prima travagliata parte della stagione con un risultato positivo domenica nella sfida di Cornaredo contro lo Young Boys.