Calcio

Ceferin e Infantino, il calcio resta in mano loro

Domani a Roma la rielezione dello sloveno a capo dell’Uefa. Il vallesano verra confermato il 5 giugno alla testa della Fifa

Verso un secondo mandato (Keystone)
6 febbraio 2019
|

In casa Fifa e Uefa si annunciano elezioni scontate, con gli attuali presidenti destinati a un secondo mandato, visto che non ci sono pretendenti al loro trono. Il 5 giugno a Parigi Gianni Infantino verrà così rieletto alla testa della Fifa. La sua candidatura – l’unica pervenuta nei termini prefissati – sarà sottoposta alle consuete verifiche di eleggibilità e integrità. Infantino è stato eletto per la prima volta nel 2016, in seguito alle dimissioni di Joseph Blatter che era stato confermato nella carica nel 2015. Il prossimo mandato si concluderà nel 2023. In orbita Uefa, domani a Roma in occasione del 43esimo congresso della Confederazione calcistica europea, le redini saranno riaffidate allo sloveno Aleksander Ceferin, che è anche vicepresidente della Fifa, unico candidato, il quale governerà per altri quattro anni. «L’Uefa e il calcio in generale, al mio arrivo, avevano delle macchie – ha detto in un’intervista a Le Monde –. Noi abbiamo instaurato il limite ai mandati e un comitato di governance più solido, procedure di attribuzione trasparenti per tutte le finali». Subentrato a Michel Platini, Ceferin è fiero del suo bilancio dopo due anni mezzo di attività. «Voglio portare a termine alcuni grandi progetti lanciati. Non ho mai detto che sarei stato il presidente di una nuova Uefa, sarebbe stato populista. Rispetto il passato dell’organizzazione di Michel, siamo amici. È stato un buon presidente, aveva carisma. Io sono meno esposto, le persone mi conoscono di meno. Quando sono stato eletto, l’Europa del calcio aveva piuttosto bisogno di un avvocato, tutto era un po’ in disordine e la percezione della gente era che fossero tutti corrotti. L’Uefa è un’organizzazione pulita e più trasparente perché i tempi sono cambiati». Paladino dell’equilibrio tra società, si oppone ai progetti di Superlega europea e di Coppa del mondo per club a 24 squadre: «Un progetto da 25 miliardi di dollari di cui non sappiamo nulla, finanziato da un fondo estero di cui non conosciamo l’identità. Rimaniamo contrari poiché vogliamo sapere chi c’è dietro. Il calcio non è in vendita».