L’avversario della Svizzera nella semifinale di Nations League sarà il Portogallo di Cr7, proprio come nella fase di qualificazione ai Mondiali in Russia
Quella del 2019 non sarà un’estate caratterizzata da grandi appuntamenti calcistici: i Mondiali sono appena andati in archivio e per gli Europei occorrerà aspettare un altro anno. Ma la sera del 5 giugno, attorno alle 22.30, le strade della Svizzera saranno invase da festanti cortei d’automobili, accompagnati dall’immancabile (e fastidiosa) colonna sonora dei clacson. Sì, perché la semifinale della prima edizione di Nations League opporrà proprio la Svizzera ai padroni di casa del Portogallo (20.45 a Porto). Come dire: da una parte o dall’altra, la festa è garantita.
L’urna di Dublino ha dunque deciso di frapporre i lusitani tra la Svizzera e la sua prima finale di un torneo internazionale. Ancora il Portogallo, ancora Cristiano Ronaldo, proprio come nella fase di qualificazione per i Mondiali 2018 in Russia.
Ventiquattro ore dopo aver assegnato alla Svizzera un girone tutto sommato abbordabile nel cammino verso Euro 2020, l’urna di Dublino ha accoppiato la Nazionale di Petkovic all’avversario forse più insidioso dei tre disponibili. Campione d’Europa in carica, il Portogallo recupererà certamente Cristiano Ronaldo (in standby dall’eliminazione ai Mondiali, 2-1 negli ottavi contro l’Uruguay), desideroso di vincere di persona un trofeo con la Nazionale dopo essere stato costretto a disertare gran parte della finale di Euro 2016 per un infortunio. E avrà dalla sua anche il pubblico, un fattore non indifferente come gli elvetici hanno imparato sulla loro pelle nella “finale” per l’accesso diretto a Russia 2018, persa 2-0 a Lisbona al termine di una prestazione timida e impaurita. E sarà proprio a quella partita, disputata il 10 ottobre 2017, che la Svizzera guarderà, con la voglia di dimostrare al pubblico lusitano i progressi compiuti negli ultimi diciotto mesi – essenzialmente di maturità –, materializzatisi nella recente vittoria in rimonta contro il Belgio, decisiva per l’approdo alla finale four di Nations League.
«Sfidare il Portogallo in casa sua sarà un affare complicato – ha sottolineato Petkovic subito dopo il sorteggio –. Ma noi ci approcceremo a questa fase finale con la ferma intenzione di conquistare il titolo. Le due squadre si conoscono alla perfezione e la fase a gironi ha confermato come questa non sia soltanto la squadra di Ronaldo, ma un gruppo formato da giocatori di grande qualità. Ciò nonostante, vogliamo assolutamente imporci!».
Vincere in Portogallo, però, sfiora già di per sé l’impresa. Alla Svizzera è successo soltanto in due occasioni, la prima in amichevole nel 1934 (2-4) e l’ultima nelle eliminatorie per i Mondiali di Messico 70 (0-2): poi, 4 sconfitte e un pareggio. Il 5-2 inflitto a metà novembre al Belgio permette di sognare in grande, di credere per davvero che questo gruppo abbia finalmente compiuto quel salto di qualità al quale tutti lo ritenevano destinato e, per il momento, clamorosamente venuto a mancare. Accedere alla finale di Nations League servirebbe a dimostrare che a questa Svizzera le sfide da dentro o fuori non fanno più paura, come era invece sempre stato il caso (ottavi di finale a Mondiali ed Europei, un anno fa a Lisbona). Vincere a Porto cancellerebbe quel “vorrei ma non posso” che per troppi anni è stato il mantra del calcio rossocrociato.
I precedenti tra le due squadre parlano di 22 partite con 10 vittorie elvetiche, 5 pareggi e 7 sconfitte. Le due Nazionali si sono affrontate per le eliminatorie ai Mondiali di Usa 94, Italia 90 e Messico 70, per gli Europei di Germania 88 e a Euro 2008, quando la Svizzera si impose per 2-0 (doppietta di Hakan Yakin), vittoria purtroppo inutile dopo le sconfitte contro Cechia e Turchia.
E siccome “pecunia non olet”, la presenza elvetica alla fase finale ha pure il dolce profumo dei milioni: 4,5 (di euro) quelli intascati grazie alla vittoria di gruppo, ai quali potrebbero aggiungersene 6 per il titolo, 4,5 per l’argento, 3,5 per il bronzo e 2,5 (sicuri) per la medaglia di legno. Come minimo, dunque, l’Asf intascherà 7 milioni di euro. Un bel gruzzoletto per una manifestazione che all’atto di nascita convinceva soltanto i suoi ideatori (Platini in primis), ma che già da questa prima edizione ha saputo conquistare il pubblico e gli stessi giocatori.