Pier Tami analizza il primo scorcio di stagione che vede l’Yb padrone della Super League orfana del ‘vero’ Basilea
Coerente con quanto dichiarò a fine primavera, Pier Tami è intenzionato a restare un po’ ai margini del calcio. Almeno per qualche mese ancora, fino alla sosta.
L’unica cosa che potrebbe farlo tornare sui suoi passi sarebbe la classica offerta alla quale non si può rinunciare: un progetto molto serio da parte di una società strutturata e ambiziosa.
Nell’attesa, lo sguardo sul calcio svizzero lo ha mantenuto. Del primo scorcio di stagione non lo ha sorpreso quasi niente. Forse solo l’ampiezza delle difficoltà del Basilea. «La Super League – esordisce l’ex tecnico di Grasshopper e Lugano – è cominciata senza nessuna sorpresa. Me l’aspettavo così. Non mi sorprende il dominio dello Young Boys, che rispetto alla scorsa stagione già trionfale, va avanti nel solco della continuità, tecnica e tattica. Non ha cambiato pressoché nulla. Con l’avvento in panchina di Gerardo Seoane, a livello di impostazione di squadra e di gioco si è assicurata la necessaria continuità a un progetto già vincente. La società è stata brava a confermare tutta la rosa».
Il bis del titolo non dovrebbe sfuggire ai gialloneri... «L’Yb è il netto favorito. Per effetto della sua forza, ma anche perché tutte le altre squadre sono manifestamente inferiori. Basilea compreso. Forse, se proprio vogliamo trovare una novità riguardante questo campionato, è legittimo pensare che la fragilità dei rossoblù permetta a qualche altra compagine di fare un pensierino al secondo posto. Attualmente ai renani il cambio di allenatore ha sì portato qualche risultato positivo, ma sul piano della prestazione la squadra di Koller è lontana dal rendimento del recente passato che le dovrebbe invece essere proprio. Il suo gioco è tutto fuorché convincente».
Nemmeno in coda si assiste a risultati sorprendenti... «Da neopromosso, lo Xamax sembrava potersi profilare, dopo una preparazione di un certo tipo, condita da risultati importanti in amichevole. Li si aspettava al varco, però, per capire come avrebbero reagito alle prime sconfitte. Non a caso, stanno pagando un dazio piuttosto pesante alle prime avversità. Non va dimenticato che lo Xamax era reduce da due campionati in cui aveva praticamente sempre vinto, quantomeno aveva vinto con continuità. Due stagioni fa, in Challenge League, era l’antagonista dello Zurigo, e sino alla fine ne aveva ostacolato la promozione. Nello scorso campionato ha avuto un dominio incontrastato, da squadra con grande fiducia nei propri mezzi, cui riusciva tutto. In questo campionato, invece, sta pagando uno scotto importante alle prime sconfitte. Come tante altre squadre, dovrà lottare sino alla fine per non retrocedere».
Pier Tami ha diretto il Lugano nella passata stagione, quella della partecipazione all’Europa League, fino all’avvicendamento con Guillermo Abascal, oggi confermato tecnico bianconero. «Rispetto al passato – osserva l’ex ct della Nazionale rossocrociata U21 –, il Lugano in questo campionato è partito con un vantaggio: una rosa pressoché completa, che non ha dovuto fare fronte a partenze eccellenti. Se non quella di Davide Mariani, per il quale ritengo però che fosse giunto il momento di cambiare. Il parco attaccanti era già completo, con Junior, Janko, Gerndt e Ceesay, che in questo avvio di torneo è stato l’uomo in più. Anche i difensori c’erano già quasi tutti. La società si è mossa bene sul mercato, Masciangelo sta facendo bene. I centrocampisti che sono arrivati sono di qualità. Forse al Lugano manca qualche punto. Contro il Grasshopper avrebbe meritato la vittoria. Ma, al di là dei punti, che non sono così importanti in questa fase iniziale, conta la maniera con la quale i bianconeri li hanno portati a casa. In alcuni frangenti non sono stati brillanti, per cui in questo momento bisogna cercare di progredire sul piano del gioco, poi i risultati arriveranno, perché gli elementi per fare un buon campionato ci sono. Alla squadra gioverà anche che non ci sia il carico di pressione derivante dall’Europa League, con tutto quello che comporta a livello di attenzione, sul piano mentale. Il Lugano può concentrarsi sul campionato, e questo porterà presto a benefici anche in termini di classifica».