Una tassazione di favore attende in Italia il calciatore portoghese, condannato in Spagna per evasione fiscale. Che sia l'inizio di un nuovo ciclo?
Lo sbarco di Ronaldo a Torino avrebbe delle motivazioni (almeno in parte) tutt’altro che sportive, in base a quanto emerso negli ultimi giorni su alcuni media spagnoli e italiani. Sarebbero principalmente argomenti di natura fiscale ad aver determinato il buon esito della trattativa. Nello specifico, un regime d’imposizione sostitutiva per tutti i guadagni prodotti all’estero per i neoresidenti in Italia, che prevede una tassazione forfetaria di 100mila euro. Possono infatti beneficiare della norma le persone fisiche come Cristiano Ronaldo, che trasferiscono la propria residenza fiscale e che non sono state residenti in Italia per almeno nove degli ultimi dieci anni prima dell’inizio dell’opzione. Il regime ha una durata massima di quindici anni ed è revocabile in qualunque momento senza il pagamento di penali, quindi pienamente fruibile dal calciatore per il tempo di permanenza nel club italiano. È questo dunque l’ago della bilancia che ha portato il campione portoghese a scegliere la maglia numero 7 della Juventus come prossimo destino della sua brillante carriera calcistica? Probabile che c’entri.
L’adesione a tale regime, varato dal governo Renzi col nome ‘Legge di bilancio 2017’, dà inoltre l’opportunità di non riportare nella dichiarazione dei redditi le attività detenute all’estero (come, al contrario, è tenuta a fare ogni persona fisica residente in Italia che detenga beni e/o attività al di fuori dello Stato italiano suscettibili di produrre redditi imponibili), garantendo così un assoluto livello di privacy. Dunque, al netto delle tasse che saranno pagate sul compenso corrisposto dal club di appartenenza per le prestazioni sportive e che saranno sottoposte all’ordinario regime di tassazione secondo le regole vigenti per le persone fisiche residenti in Italia, Ronaldo dovrebbe versare al fisco del suo nuovo Paese di residenza la sola imposta sostitutiva di 100mila euro all’anno sull’ammontare complessivo dei redditi di fonte estera prodotti dalla galassia del marchio CR7 (diritti di immagine, proventi da pubblicità e sponsorizzazione, redditi di natura finanziaria o immobiliare ecc.). La misura inoltre può estendersi ai familiari, ai quali si applica un’imposta sostitutiva di 25mila euro. Mica male…
Evasione fiscale, patteggiamento con l’erario (2 anni di prigione con la condizionale e ammenda di 18,8 milioni di euro), diritti d’immagine per circa 50 milioni gestiti da una società offshore con sede alle Isole Vergini britanniche di cui è unico azionario. Ecco gli antefatti che precedono la decisione di Cristiano Ronaldo di lasciare il Real Madrid, secondo quanto riporta la stampa della penisola iberica. Quindi, da quando si stabilirà a Torino Cristiano potrà sicuramente dormire più sereno e concentrare tutte le sue forze nel tentativo di conquistare la terza Champions League tanto ambita dai tifosi bianconeri.
A colpire, a parte le cifre astronomiche relative all’ingaggio di Ronaldo (30 milioni di euro netti a stagione), vi è in particolare la magnitudine dell’agevolazione prevista dalla manovra fiscale post-Brexit per attirare nuovi ‘paperoni’ a domiciliarsi in Italia. Soprattutto tenendo conto dell’enorme pressione tributaria a cui sono invece sottoposti i cittadini del Belpaese. Ciò che sta sollevando più di un polverone in questi giorni è, se non altro, la palese disparità di trattamento a favore dei facoltosi provenienti dall’estero, nonché l’evidente iniquità, dal punto di vista sociale, contenuta nella manovra stessa. Iniquità che, insomma, contraddistingue tutte le riforme fiscali di quest’indole, indipendentemente dal partito o dai partiti al governo che le concepiscono (prendiamone per favore buona nota, in caso di futuri referendum),
Sarà questo il primo grande trasferimento che, cogliendo la palla al balzo lanciata dal fisco, aprirà un nuovo ciclo di grandi campioni in arrivo nella Serie A? Staremo a vedere.