Non solo un investitore turco. Il numero uno bianconero tratta anche con una società inglese e annuncia: 'Resterei comunque in veste di presidente'
Mamma li turchi? Una telefonata fatta ad Angelo Renzetti ridimensiona (in parte) la notizia dell'imminente cessione dell'Fc Lugano a un gruppo di investitori. Potrebbe anche essere imminente, la cessione della società bianconera, ma ci sono alcune difficoltà da superare. In primis, c'è lo scoglio dei soldi. In soldoni (appunto), il Renzetti-pensiero in merito alla paventata vendita del club è il seguente: «Finché non vedo i soldi, nel merito della cessione non si entra». Reazione più che legittima. Il presidente bianconero non è uno che si fa solleticare dall'incasso, se questo non è sostenuto dall'assoluta serietà di chi sembrerebbe garantirglielo. Ebbene, il tal senso la cordata turca sembrerebbe avere tutti i requisiti del caso, ma non c'è ancora stato alcun versamento (o anticipo) che possa preludere a una cessione del pacchetto azionario detenuto – per intero – dall'attuale numero uno del Lugano. «Ultimamente gli approcci son stati tanti, ma sovente si tratta di gente che poi vuole portare a Lugano allenatore e staffe imbottire la rosa di giocatori di loro proprietà. Quello turco, per contro, è un approccio serio, ma finora non ho visto ancora un centesimo. La notizia della trattativa ha un fondamento: tant'è che sto portando avanti un discorso molto serio anche con un società inglese. Con i turchi ho già impostato alcune regole. La trattativa c'è, ma servono i soldi, per condurla a buon fine, e questi ancora non li h visti, da nessuno. A parole sono tutti bravi e ben intenzionati. Sono tanti, nel calcio, quelli che si fanno avanti, ma dalle parole ai fatti ne passa... A sentir loro, l'affare avrebbe dovuto felicemente concludersi già una decina di giorni fa. Ancora non siamo a quel punto. Finché non vedo un franco le aziono sono mie e me le tengo, e vado avanti io».
Nell'ipotesi di una cessione, che sia ai turchi o agli inglesi, Angelo Renzetti manifesta la volontà di restare al timone, in veste di presidente. «Il Lugano deve continuare ad avere una precisa identità. Ho concordato che sarò comunque io a prendere le decisioni, in veste di presidente. Ma finalmente avrei qualcuno alle spalle che finanzia l'operazione.