Le difficoltà di momò e massagnesi, due squadre che ci avevano abituati a ben altro. Con la Spinelli che s’è pure chiusa fuori dal ‘giardino di casa’
C’è aria di crisi nel nostro basket? V’è da chiederselo, se osserviamo cosa capita sui terreni da gioco sia a Riva San Vitale, sia a Massagno. Il Riva ha inanellato l’ottava sconfitta consecutiva dall’inizio della stagione, cosa mai successa in passato. In campo abbiamo visto una squadra senza mordente, in cui sembrava che ognuna facesse il proprio compitino ma senza nemmeno tanta foga. È vero, non tutte quante han calcato il parquet, però la dinamica di squadra era molto aleatoria. Se ci mettiamo i ‘capricci’ della Nelson, la quale dovrebbe essere una trascinatrice anziché perdersi in dubbi più o meno immaginari se deve penetrare piuttosto che tirare, e un inserimento della Smalls logicamente ancora ondivaga, va detto che alcuni errori vengono sì dai limiti tecnici delle singole ma anche da una mancanza di aggressività . Basti ricordare come le palle perse malamente, solo perché nessuna fa un passo verso la palla, o certi passaggi da un lato all’altro del campo, sistematicamente finiti in tribuna, non sono che la cartina di tornasole del disagio che, a volte, si riflette anche nella tranquillità al tiro. C’è da pensare che sia opportuno fare interventi mirati da parte della società e dell’allenatrice per cercare di capire quali sono le cause di questo palpabile disagio. Si sa che, pur preventivate, le sconfitte non aiutano dal punto di vista del morale, ma le vittorie bisogna anche cercarle nel giusto modo, con quel carattere battagliero che è sempre stata un’arma importante del club.
Se a bordo lago le cose non van bene, in collina siamo ai minimi storici. La Sam Massagno al settimo posto a fine del girone d’andata, a ben 10 punti dalla vetta, dominata in solitaria dall’Olympic, è cosa da altri tempi. E con la sconfitta di Monthey la Spinelli è fuori anche dalle qualificazioni alla Final Four di SB Cup a Montreux, che era diventato un po’ il ‘giardino di casa’ di una Spinelli sempre presente dal 2019, dove aveva trionfato nel 2023. Anche in Vallese la Sam è stata vittima di un tracollo nell’ultimo quarto, incapace di reagire in maniera costruttiva al recupero dei padroni di casa. Uno dei fattori è certamente legato all’assenza di Dusan Mladjan, solo cinque minuti di campo sabato, e quella di Koludrovic, due pedine importanti nell’economia delle rotazioni. Poi va detto che anche Marko Mladjan, che rimane a nostro parere uno degli svizzeri più forti del campionato, non ha una continuità di rendimento adeguata alle sue capacità , oltre a un Morgan che ovviamente non ha le qualità di un Williams, giocatore tuttofare e dall’ottima intelligenza cestistica, capace di colmare le lacune altrui. Un Morgan altalenante e anche inconcludente, senza grandi propensioni difensive. Se ci mettiamo un Robinson non sempre continuo nel rendimento, è chiaro che la Sam non fa che pagare dazio. Eppure, malgrado queste pecche, fino al 35esimo era avanti di 8 punti. Ma anche nel derby, con il sopravvento nell’ultimo quarto per la stanchezza avversaria, si erano evidenziate grandi lacune nel gioco, sia a livello di schemi offensivi sia in difesa. Sabato Martino e Solcà han fatto certamente la loro parte, ma 3 rimbalzi di Robertson e soli 12 punti di Morgan sono troppo pochi per una squadra già in emergenza di cambi. Un esame concreto da parte di allenatore e dirigenti credo sia opportuno perché la deriva può essere pericolosa, soprattutto a livello mentale, con le debite conseguenze in campo.