Il coach della Spinelli Massagno torna sulla sconfitta in gara-1 della semifinale, con un occhio già rivolto alla rivincita in cartellone martedì
Martedì sera a Nosedo ci sarà gara 2 delle semifinali dei playoff, con la Spinelli Massagno ormai di rincorsa sull’Union Neuchâtel dopo l’inopinata sconfitta di sabato. Una sconfitta pesante quanto? Robbi Gubitosa è sereno: “A due minuti dalla fine eravamo avanti noi, dopo aver regalato venti minuti ai neocastellani. Ciò significa che gli argomenti messi in campo nel secondo tempo sono di sostanza, non di fantasia”.
Allora come spieghi lo splash dei primi due quarti?
Loro venivano da due partite molto intense e vinte contro il Vevey, sempre in rimonta: ciò significa fiducia nei propri mezzi, con quel pizzico di rischi che a volte fa la differenza. Noi non siamo entrati in campo in modalità playoff perché nei quarti abbiamo passeggiato: una differenza di approccio grande quanto il mondo, eppure mi ero raccomandato di essere sul pezzo sin dall’inizio.
Invece?
Il nulla, a cominciare da una difesa molle a un attacco unidirezionale perché solo Dusan Mladjan faceva punti. Gli altri a “nascondersi” e senza iniziative. Chiaramente abbiamo facilitato le cose all’avversario. Tornare da -15 non è stato facile, ma ce l’abbiamo fatta.
Poi qualche spreco “impossibile” vi ha condannato...
Esatto, abbiamo fatto alcuni errori marchiani e ci siamo persi nell’ultimo minuto.
Ora che gara ti aspetti: un'Union che viene in Ticino senza voler troppo spendersi – come ha fatto in gara 2 e gara 3 dei quarti, quando ha perso entrambe di 30 punti – o una compagine pronta a dare battaglia?
Neuchâtel non va in campo per perdere, ma se vede di non poter vincere, lascia che la partita faccia il suo corso: nei playoff 1 punto o 30 punti sono la stessa cosa. Quello che m’interessa è come andremo in campo noi, perché questa serie dobbiamo vincerla. Abbiamo i mezzi per farlo, spero da domani sera di ritrovare anche la testa.
Una pedina come Marko Mladjan è fondamentale...
Certo la mano lo condiziona, è fuor di dubbio: ma con lui ci sono altri 11 compagni e voglio che ognuno faccia quel qualcosa di più proprio per compensare l'handicap. Inoltre ci occorre maggiore incisività sotto le plance avversarie, anche se per arrivare a prendere rimbalzi non possiamo andare al tiro dopo un passaggio, perché così di rimbalzi non ne vedremo mai. Occorre logica di squadra, carattere e scelte intelligenti, obbligandoli a giocare anche in difesa e magari a caricarsi di falli.
Insomma, le strategie e le logiche non mancano: ma sul campo?