ATLETICA LEGGERA

Armand Duplantis e il muro dei 6,30 metri

Il fenomenale astista svedese si dice pronto, se tutte le tessere del puzzle andranno al loro posto, ad abbatterlo già nel corso del 2025

28 febbraio 2025
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Come sempre nella sua straordinaria carriera, Armand Duplantis (25 anni) piazza l’asticella molto in alto. Il fenomeno dell’asta è convinto «di essere in grado di infrangere la barriera dei 6,30 metri» già nel corso della stagione alle porte. Lo ha affermato nel corso di un’intervista rilasciata all’Afp prima della decima edizione dell’All Star Perche, a Clermont-Ferrand, dove lo svedese ha migliorato per l’ennesima volta il primato mondiale, portandolo a 6,27 metri.

Armand, pensi di poter raggiungere i 6,30 entro la fine dell’anno?

Sarebbe fantastico. È senza dubbio un obiettivo che mi sono prefisso, quindi sarebbe incredibile. Penso di esserne capace. Certo, tutte le tessere del puzzle devono andare al loro posto e per riuscirci devo infilare un filotto di gare che vadano come voglio, ma nel complesso penso sia fattibile. Non mi pongo limiti, continuo ad andare avanti e a cercare di saltare il più in alto possibile. Penso di poter migliorare e di poter raggiungere altezze maggiori, questo è certo.

Cosa pensi dell’assenza dei concorsi di salto e di lancio dal nuovo Grand Slam Track di Michael Johnson, una nuova competizione pensata per riaccendere l’interesse del pubblico per l’atletica?

Penso che abbia il diritto di provare ciò che ritiene possa essere la soluzione migliore. Sarà interessante vedere quali saranno i risultati. D’altro canto, è certo che occorre intrattenere gli spettatori e convincerli a guardare, in televisione come allo stadio. È così che funziona lo sport, se si vuole che cresca e abbia un successo commerciale.

Non sei deluso?

Sono un po’ confuso. Per certi versi mi piacerebbe partecipare e poter mettere in mostra le mie capacità, ma non credo che l’atletica sia la vetrina perfetta per l’intrattenimento. Non sono sicuro che quello che sta facendo Michael Johnson funzionerà, ma sta provando a fare qualcosa. Tuttavia, anche il salto con l’asta può muoversi da solo con successo. Abbiamo molte competizioni in grado di attirare l’attenzione e ciò dimostra che anche una disciplina come la nostra è in grado di andare avanti sulle sue gambe. Questo potrebbe spingere altre specialità a innovare per rendere le loro gare più creative.

I concorsi, siano essi di salto come di lancio, potrebbero pensare di creare una loro serie di competizioni racchiuse in una Lega...

Sì, forse dovrebbero. Penso che dovremmo provare a fare qualcosa. Non so se funzionerebbe, ma potrebbe essere interessante. Penso che sarebbe bello se alcuni dei migliori interpreti del salto in lungo provassero ad avere una serie di loro eventi per far conoscere il loro sport, come fa Renaud Lavillenie e come sto cercando di fare io nel salto con l’asta.

L’anno scorso hai sfidato Karsten Warholm (medaglia d’oro nei 400 m ostacoli alle Olimpiadi del 2021) sulla distanza dei 100 metri, un evento del quale si è parlato e sul quale è stato scritto molto. Ritieni ci dovrebbero essere più eventi del genere?

Forse, è stato molto divertente. È stato un grande successo, con un impatto enorme, più di quanto potessimo sperare. A volte bisogna divertirsi. Forse è questo il messaggio importante: fare in modo che sia uno spettacolo piuttosto che una competizione frenetica. Se si guarda allo sport di successo, spesso è molto simile a uno spettacolo. Non è soltanto lo sport in sé a renderlo tale, ma tutta una serie di situazioni che ruotano attorno all’evento. Penso sia un buon modello da seguire.

Nonostante il tuo dominio, continui a essere motivato: non si corre il rischio di annoiarsi?

No, assolutamente no!