La ginevrina ha perso una vela e parecchio tempo ma rimane in undicesima posizione, mentre le prime nove barche sono già nell'Oceano Indiano
Con Yoann Richomme diventato nel frattempo leader della corsa, le imbarcazioni di testa della nona edizione della Vendée Globe hanno ormai doppiato il Capo di Buona Speranza, e al tradizionale rilevamento della domenica sera il francese a bordo del suo Paprec Arkéa vanta sole otto miglia di vantaggio sul primo dei suoi inseguitori, che è un altro francese, Charlie Dalin. All'alba di quella che è la ventunesima giornata di navigazione, in questa folle impresa attorno al mondo senza scalo né assistenza, alle spalle dei due fuggitivi soltanto Sébastien Simon (staccato di ventotto miglia nautiche) e Thomas Ruyant (92 miglia) sembrano in grado di reggere il ritmo.
Il resto della flotta continua invece a perdere terreno, e soltanto le prime nove imbarcazioni della classe Imoca, le impressionanti barche oceaniche di una diciottina di metri, hanno già posato i timoni tra le onde dell'Oceano Indiano. Nessuno, però, ha intenzione di mollare. A cominciare dal Justine Mettraux, la trentaseienne ginevrina, che continua a flirtare con la top 10, nonostante i grossi problemi delle ultime ore. Quando, dopo aver provato invano a riparare il suo J0 – una grande vela ibrida, che può essere utilizzata sia di bolina con poco vento, sia nell'andatura portante in condizioni di vento forte – è stata costretta ad arrendersi, infatti il rattoppo non ha retto e la vela s'è strappata del tutto: nonostante abbia complessivamente perso oltre mille miglia in una settimana, Justine occupa pur sempre ancora l'undicesimo posto, mentre gli altri due elvetici in lizza sono decisamente più attardati, siccome Alan Roura adesso è ventitreesimo, dieci posizioni più avanti dello zurighese Oliver Heer.