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L'incontenibile Saquon Barkley vuole riscrivere la storia

Il runner di Philadelphia è in lizza per il titolo di Mvp e punta a strappare a Eric Dickerson il record di yarde corse (2'105 nel 1984)

26 novembre 2024
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Nello sport statunitense, in particolare nella Nfl, che per molti è l'acronimo di "Not For Long”, vista l’usura fisica alla quale sono sottoposti gli atleti, la necessità di monetizzare il proprio corpo spesso e volentieri travalica quelli che sono gli obiettivi sportivi. Tradotto in parole povere: se mi paghi bene, io gioco anche per la squadra più brocca. Ben sapendo che salary cap e draft consentono alle ambizioni personali di non essere necessariamente rinchiuse in un cassetto e sottomesse al puro aspetto finanziario. Lavorando con intelligenza ogni franchigia è in grado di costruirsi una storia vincente nel giro di poche stagioni, ma nonostante ciò i periodi neri spesso sono facili da cancellare soltanto sulla carta. Ne sanno qualcosa a New York, dove sulla sponda Jets negli ultimi 12 anni sono state collezionate 10 stagioni perdenti (più sconfitte che vittorie), una vincente e una da 8-8, mentre i Giants hanno fatto leggermente meglio con due stagioni positive. Partendo da simili basi, anche il talento più cristallino fatica a emergere ed è lecito che a capo di qualche stagione possa iniziare a sognare un trasferimento lucroso in una franchigia più ambiziosa. Capita raramente con i quarterback, più spesso con giocatori di altre posizioni, ad esempio quella di runner. Un tempo considerato il ruolo per eccellenza, in una “passing league” quale è diventata la Nfl, il valore di chi corre palla a terra è andato scemando: un runner può essere spremuto e poi sostituito nel giro di pochissimi anni, il serbatoio universitario offre grande scelta e altrettanta qualità. Difficile, di conseguenza, che un runningback si veda offrire un secondo (o un terzo) contratto con la stessa squadra. La mobilità, insomma, è molto alta e l’ultima off-season ha proposto due trasferimenti assai significativi, quello di Derrick Henry da Tennessee a Baltimore e quello di Saquon Barkley dai Giants a Philadelphia. E in entrambi i casi i cambi di casacca hanno pagato dividendi altissimi. In 12 partite, Henry ha corso 1’325 yarde, il quarto miglior totale dei suoi nove anni nella lega. Ancora meglio sta facendo Barkley che in 11 partite ha totalizzato 1’392 yarde, con una media di 126,5 a partita. Il che, se la proiettiamo sulle 17 partite della regular season, porta a un totale di 2’151 yarde. La prestazione fornita domenica contro i Los Angeles Rams (255 yarde, 2 touchdown più 47 yarde di ricezione) ha convinto molti analisti sulle possibilità del nativo del Bronx di correre per il titolo di Mvp (miglior giocatore).

Una sua elezione rappresenterebbe un fatto oltremodo clamoroso. Come detto, l’appeal della posizione di runningback nel football moderno non è più quello degli anni Sessanta o Settanta. Non è un caso se gli ultimi 11 Mvp sono tutti stati assegnati a quarterback. Per trovare un runner occorre risalire l’albo d’oro fino al 2012, quando a imporsi era stato Adrian Peterson (Minnesota), capace di correre 2’091 yarde. Se Barkley dovesse davvero raggiungere quota 2’151, non solo sfonderebbe un muro delle 2’000 yarde che soltanto otto runner sono riusciti ad abbattere, ma supererebbe addirittura il record assoluto, quello stabilito nel 1984 da Eric Dickerson (Los Angeles Rams) con 2’105 yarde (ma in sole 16 partite contro le 17 del giorno d’oggi).

Negli ultimi 24 anni, soltanto altri tre runner sono stati eletti Mvp: Marshall Faulk (St. Louis Rams) nel 2000, Shaun Alexander (Seattle Seahawks) nel 2005 e LaDainian Tomlinson (San Diego Chargers) nel 2006, ma nessuno dei tre aveva superato il muro delle 2’000 yarde. Barkley, dopo sei stagioni nella Grande Mela nel corso delle quali non aveva mai raggiunto le attuali 1’392 yarde (solo tre stagioni sopra quota 1’000), ha sottoscritto un contratto di tre anni per un compenso di 38 milioni con gli Eagles ed è subito diventato un punto focale dell’attacco diretto da Jalen Hurts. Non a caso, nella Nfc Philly, con un record di 9-2, è attualmente l’unica vera alternativa al dominio di Detroit (10-1), per quanto voce in capitolo potrebbero avercela anche Minnesota (9-2, ma appare in leggero calo di rendimento) e Green Bay (8-3). Sembrano per contro rinfoderate le ambizioni di Washington, sconfitto per la terza volta consecutiva (7-5). Non è un caso che i Commanders abbiano perso spinta propulsiva a partire da Week 7, quando Jayden Daniels si è infortunato alle costole. Tra la prima e la nona settimana la percentuale di completi aveva toccato il 71,5%, per poi calare al 59,1% nelle successive due partite e assestarsi su un 65,8% domenica contro Dallas. È però vero che la sconfitta con i Cowboys non può essere addebitata unicamente al giovane quarterback, visto che nel quarto periodo entrambe le squadre ne hanno fatte di tutti i colori. Tra gli altri orrori, i Commanders hanno sbagliato il punto addizionale del pareggio e hanno subito due segnature su kickoff return, la seconda addirittura su un “onside kick”, resosi necessario dopo l’errore nella trasformazione del touchdown.

Siamo giunti a tre quarti di stagione e si sta entrando nella fase più calda del campionato, con una lotta all’ultima… vittoria per l’accesso ai playoff. Tuttavia, la tredicesima giornata, caratterizzata dagli anticipi del Thanksgiving Day, propone un po’ di tregua per quanto attiene agli scontri al vertice. Quello più interessante opporrà domenica Philadelphia a Baltimore, con i Ravens potenzialmente a una sola partita di distacco da Buffalo e a due da Kansas City (i campioni in carica continuano a vincere, ma non a convincere). I Bills ospiteranno San Francisco, in quello che sarebbe potuto essere uno scontro da altissima classifica, ma i 49ers hanno un record di 5-6, in buona parte condizionato dalle assenze. Intendiamoci, ogni squadra ha i suoi infortunati, ma quando perdi (a periodi alterni) Aiyuk, Samuel, Kittle, McCaffrey, Williams, Bosa e Purdy devi per forza passare alla cassa.

La partita più interessante del giovedì di festa sarà quella che opporrà Green Bay a Miami, con i Dolphins in ripresa dopo il rientro di Tua Tagovailoa dall’ennesima commozione cerebrale. Ma per continuare a sperare nei playoff, i Fins dovranno imporsi nel Wisconsin, dove la temperatura oscillerà tra i meno 6 e gli zero gradi. Tua e compagni sono ansiosi di cambiare la loro storia recente e dimostrare che i delfini riescono a nuotare anche in acque gelide…

NATIONAL FOOTBALL LEAGUE

Week 12: Cleveland - Pittsburgh 24-19. Carolina - Kansas City 27-30. Chicago - Minnesota ot 27-30. Houston - Tennessee 27-32. Indianapolis - Detroit 6-24. Miami - New England 34-15. NY Giants - Tampa Bay 7-30. Washington - Dallas 26-34. Las Vegas - Denver 19-29. Green Bay - San Francisco 38-10. Seattle - Arizona 16-6. LA Rams - Philadelphia 20-37. LA Chargers - Baltimore 23-30

Week 13: Detroit (10-1) - Chicago (4-7). Dallas (4-7) - NY Giants (2-9). Green Bay (8-3) - Miami (5-6). Kansas City (10-1) - Las Vegas (2-9). Atlanta (6-5) - LA Chargers (7-4). Cincinnati (4-7) - Pittsburgh (8-3). Jacksonville (2-9) - Houston (7-5). Minnesota (9-2) - Arizona (6-5). New England (3-9) - Indianapolis (5-7). NY Jets (3-8) - Seattle (6-5). Washington (7-5) - Tennessee (3-8). Carolina (3-8) - Tampa Bay (5-6). New Orleans (4-7) - LA Rams (5-6). Baltimore (8-4) - Philadelphia (9-2). Buffalo (9-2) - San Francisco (5-6). Denver (7-5) - Cleveland (3-8)