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Il ritorno, ventun'anni dopo l’ultima volta

Mondiale Endurance, a Suzuka, con il Team Etoile, Rolfo chiude al secondo posto nella categoria Superstock. ‘Qui avevo esordito nel Motomondiale’

‘Ho dovuto riprendere le misure del circuito’
30 luglio 2024
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C’era anche il piccolo Aragon, nato il 3 maggio, oltre alla compagna Michelle, presenza fissa a bordo circuito, a fare il tifo per papà Roby Rolfo alla sua prima uscita ufficiale da 44enne. Un’uscita speciale per più motivi per il pilota luganese, da sempre e legato ‘affettivamente’ a questa doppia cifra, che spesso ha anche portato in gara.

A Suzuka, dove si è corsa la tradizionale 8 Ore, terzo round del Mondiale Endurance, però, Rolfo si è presentato sulla griglia di partenza con un altro numero, il 25, e soprattutto come ‘special guest’ del team nipponico Etoile Bmw. «Una squadra giovane, dato che è al suo primo anno nel Mondiale Endurance nella classe Superstock, ma che mi ha lasciato un’ottima impressione, prova ne è, ad esempio, che nell’appuntamento di Spa di inizio giugno era riuscito a centrare la pole-position – racconta il luganese –. Solitamente, soprattutto per le gare in Europa, la squadra dà spazio a piloti giapponesi, ma per la 8 Ore di Suzuka ho potuto beneficiare di una wild card. Per preparare la gara, a giugno, ero già stato in Giappone per i primi test con la squadra, test che avevano dato ottime indicazioni».

Indicazioni che hanno poi trovato conferma in gara: «Sì, anche in gara le cose sono andate ottimamente, e siamo addirittura riusciti a chiudere la 8 Ore al secondo posto fra le Superstock. Non era evidente, anche perché, pur essendomi sempre allenato, era da diversi mesi, praticamente dal Bol d’Or di settembre 2023, che non salivo più in moto ‘seriamente’. E pur essendo a digiuno di gare da quasi un anno, dopo aver tolto un po’ di ruggine nei test, ho potuto dare anch’io il mio colpo di mano affinché potessimo chiudere la prova sul secondo gradino del podio di categoria».

Il debutto nipponico del 1998

Speciale, la gara di Suzuka, per Rolfo lo era anche perché lì, su quello stesso circuito, il ticinese aveva fatto il suo esordio nel Motomondiale: storia del 1998. Ci era poi tornato regolarmente negli anni seguenti, fino al 2003: «Quella è stata la mia ultima volta a Suzuka, perché poi il Motomondiale era ‘emigrato’ a Motegi: da allora erano passati 21 anni… Ho tanti ricordi legati a questo circuito, ragion per cui ci tenevo a tornare una volta ancora a girare lì. Ventun anni dopo ho trovato un percorso leggermente modificato in alcuni punti, ma sempre spettacolare. Guidando una Bmw 1000 e non più una moto di cilindrata 250, a cambiare sono ovviamente stati anche i riferimenti che di solito si hanno, per le frenate, le staccate e via dicendo, e ho dunque dovuto riprendere ‘le misure’ del circuito, ma girando ho ritrovato una certa familiarità con la pista, e mi sono davvero divertito, portando anche a casa un bel risultato!».

Diverso, poi, è anche l’approccio a una 8 Ore rispetto a una prova del Motomondiale… «Ovviamente sì, anche se a conti fatti una 8 Ore ha più analogie con una gara del Motomondiale rispetto a una 24 Ore: è un po’ come un insieme di tante gare sprint in cui ogni pilota del team ha tre stint di poco meno di un’ora a testa in cui devi dare il massimo senza badare a dosare le energie, cercando di evitare errori. Per me è stato un po’ come rimettermi alla prova nella guida ad alti livelli… A bocce ferme posso essere contento di come mi sono comportato e del nostro risultato complessivo, reso possibile anche dall’ottima guida dei miei compagni d’avventura, entrambi giapponesi: Hikari Okubo e Yudai Kamei, con quest’ultimo autore di uno stint finale davvero eccellente che ci ha permesso di guadagnare ancora una posizione per chiudere con un inaspettato secondo posto». Un risultato che acquista ancora più spessore se si considera che fra i partecipanti c’erano diversi nomi noti della scena del Motomondiale. Nella categoria principale, la Ewc, fra gli altri, c’erano ad esempio lo svizzero Randy Krummenacher e i francesi Johann Zarco e Randy De Puniet».

Nuove sfide all’orizzonte

A 44 anni, Rolfo è il veterano del gruppo, ma la voglia di continuare a girare è ancora quella di sempre: «Non ci sarò al via del Bol d’Or di quest’anno, anche perché per quella gara il Team Etoile tornerà a dare la precedenza ai suoi piloti giapponesi, ma l’intenzione è comunque quella di tornare a girare in pista l’anno prossimo: non avendo un contratto posso muovermi liberamente e cercare un accordo con un team o un altro: i prossimi saranno mesi di trattative».

L’appuntamento è insomma già fissato per l’anno prossimo per nuovi traguardi.