Da inizio anno il sodalizio verbanese ha una nuova presidente – Roberta Iuva – che ha raccolto il testimone dopo 11 anni di gestione di Marco Franscella
«È stato bello per me fare il pugile, fare l’allenatore e, infine, fare il presidente. Ora è tempo di lasciare, perché gli stimoli iniziano un po’ a venir meno, e anche perché ho avuto un problema di salute – per fortuna risolto – che ha contribuito a farmi riflettere un po’ sul sovraccarico di impegni che ho sempre avuto sulle spalle. Comincio, insomma, a sentirmi un po’ stanco e da qualche parte devo mollare qualcosa». Sono le parole di Marco Franscella, presidente uscente del Boxe club Ascona, che il 1° gennaio ha lasciato l’incarico dopo un lungo mandato e lo ha consegnato a Roberta Iuva, nuova numero 1 del sodalizio.
«Sono diventato presidente del club nel 2013», ci spiega l’imprenditore. «Prima, comunque, avevo già fatto parte della società come pugile. Sono stato infatti il primo campione svizzero avuto dal compianto Michele Barra nel suo periodo di presidenza. E sono rientrato nel club perché, intanto, anche mio figlio aveva iniziato a tirare di boxe. E, a quel punto, Federico Beresini – che all’epoca era l’allenatore del Boxe club Ascona – mi disse: ‘Era ora che tu tornassi, era un po’ che ti aspettavo’, e così ho deciso di dargli una mano e mi sono ritrovato in palestra quattro-cinque volte alla settimana. E poi, prima ancora che si ammalasse, Barra decise di abbandonare la carica e io presi il suo posto. A quel tempo ero capoallenatore, perché nel frattempo Beresini era stato chiamato dalla Nazionale, e mi ritrovai dunque – per oltre due anni – a ricoprire entrambi i ruoli. La doppia funzione, però, mi impegnava tantissimo, anche perché avevamo ragazzi di buon livello, che andavano seguiti molto da vicino, con allenamenti specifici e frequentissimi».
E dunque, a un certo punto, decise di occuparsi solo della dirigenza… «Nel 2015 trovai in Alfredo Farace il nuovo allenatore, che ci aprì parecchio le porte verso l’Italia e che si portò appresso Vissia Trovato, la sua compagna, che era un’ottima pugile. Con lei abbiamo iniziato a frequentare palcoscenici prestigiosi e Ascona divenne un punto d’incontro importante nel pugilato, a livello europeo e addirittura mondiale. Infatti, abbiamo organizzato dapprima un Campionato svizzero junior, 2 Campionati svizzeri professionisti (uno con Ricardo Silva e uno con mio figlio Marzio), un titolo europeo femminile, un mondiale Ibo femminile e un titolo intercontinentale Wba, tutti e tre con Vissia: serate che hanno portato molto pubblico ad Ascona e l’hanno fatta conoscere come piazza pugilistica. E di ciò mi sono reso conto quando siamo andati a combattere a Milano e in Canada: gente dell’ambiente si ricordava delle riunioni di Ascona, a loro detta bene organizzate e con un’atmosfera fantastica. Per un presidente sono grandi soddisfazioni. Purtroppo, però, a causa della dipartita di Alfredo, ho dovuto personalmente riprendere in mano i ragazzi, finché ho trovato Danijel Jakupovic, che è tuttora l’allenatore del Bc Ascona, una persona davvero molto valida e molto attaccata ai ragazzi».
Qual è il bilancio di questi 11 anni da presidente? «Sono stati anni molto intensi, trascorsi del tutto immerso nell’universo della boxe, un mondo che – devo ammetterlo – oltre a darmi enormi soddisfazioni mi ha anche un po’ deluso, specie a livello regionale dove purtroppo non c’è collaborazione, o dove il significato di collaborazione è inteso da qualcuno in una maniera piuttosto originale. Problemi che, ad ogni modo, non hanno intaccato la mia dedizione e la mia voglia di fare. E tutto sommato ho raggiunto – non per vantarmi – grandi risultati, un po’ come aveva fatto Barra nel passato: nessun altro in Ticino ha mai toccato certi traguardi nel pugilato».
Altri successi di cui va particolarmente fiero? «Ho vissuto, in questi anni, l’arrivo importante delle donne nel pugilato, cosa che un tempo era un tabù. Ed è successo anche grazie a Vissia, che era una delle migliori atlete al mondo ed è stata un bell’esempio positivo per molte ragazze che grazie a lei hanno iniziato a frequentare la palestra. E devo dire una cosa: le donne sono molto più determinate, hanno molto più carattere dei maschi e, a livello agonistico, mi hanno regalato grandi gioie. Basti pensare che una nostra atleta, determinatissima, si è tolta la soddisfazione di salire sul ring a combattere per la prima volta, fra l’altro in un match internazionale, quando aveva già compiuto 58 anni».
Che tipo di società ha lasciato Marco Franscella alla nuova presidente Roberta Iuva? «Ho gestito il club nella maniera più semplice possibile, aiutato da un comitato molto valido, fatto di persone che hanno sempre supportato il mio lavoro. Il mio obiettivo era riuscire a gestire la società senza problemi e ci sono riuscito grazie agli sponsor. Così a Roberta – a cui auguro tutto il meglio – ho potuto consegnare un club finanziariamente sano, questo per me è un grande punto d’orgoglio. Sono certo che il sodalizio continuerà a essere gestito così anche nel futuro. Un bell’aiuto lo riceviamo dal Municipio di Ascona, che non soltanto ci dà un sostegno finanziario, ma ci mette anche a disposizione la palestra gratis: altri club devono invece sborsare ogni mese magari duemila franchi di affitto, il che non è sempre evidente».
Invece Roberta Iuva, nuovo vertice del club, come si è avvicinata alla disciplina del pugilato? «Seguo il club da molto tempo, anche perché mia figlia, 16 anni, dal 2020 pratica con entusiasmo e buoni risultati la boxe».
Abbiamo visto combattere Noemi lo scorso anno e possiamo garantire che possiede davvero stoffa da vendere. Del resto ha già ottenuto due titoli svizzeri a livello giovanile e altri riconoscimenti importanti. In aprile, fra l’altro, con la Nazionale disputerà gli Europei a Parenzo, in Croazia.
«Comunque già mio padre, amante del pugilato – continua la nuova presidente –, aveva lavorato a lungo per Michele Barra, così mi ha trasmesso la passione. Da ragazza stavo alzata fino a tardi per guardare con lui i combattimenti di Mike Tyson. E poi, ovviamente, ad avvicinarmi al ring è stato anche mio marito, che è stato pugile a sua volta e fu anche allenato proprio da Marco Franscella. Mi piaceva molto anche Sabina Ritter, fra le prime donne pugili alle nostre latitudini». Mai infilato i guanti? «In realtà sì, perché nel passato ho fatto un po’ di kick boxing, sempre in palestra ad Ascona».
Nel nuovo ruolo, Roberta Iuva – che può contare su un comitato collaudato e quasi del tutto confermato – ha già organizzato con successo un’importante riunione andata molto bene, con 11 combattimenti fra dilettanti, lo scorso 16 marzo.
Quali sono ora gli obiettivi e i prossimi appuntamenti? «In aprile alcuni nostri atleti parteciperanno a una riunione a Riazzino e poi ovviamente ai Campionati svizzeri, a quelli ticinesi-svizzero tedeschi e ad altri appuntamenti, con l’obiettivo di far disputare una decina di incontri all’anno a ogni pugile, o almeno a quelli che vogliono davvero andare avanti. Abbiamo nel nostro club ben 16 tesserati (2 femmine) che combattono regolarmente, fra cui Nicolò Gaggioli, Nikita Sargenti e Marvin Guerini, anche loro campioni svizzeri a vari livelli. E poi abbiamo anche una cinquantina di pugili amatoriali».
I compiti più urgenti, invece, quali sono? «La ricerca di sponsor è molto importante, anche perché è sempre più difficile trovarne. Comunque abbiamo molte conoscenze, molti contatti e dunque siamo piuttosto ottimisti». Cosa possiamo dire, infine, della prossima riunione che organizzerete in dicembre? «Che sarà innanzitutto l’occasione per nominare Marco Franscella nostro presidente onorario».