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Coppa America, Alinghi e il battesimo del mare sull'Ac40

Oggi a Vilanova i la Geltrú, a una quarantina di chilometri da Barcellona, scattano le pre-regate dell'edizione 2024. Sibello: ‘Ci sentiamo preparati’

Sono passati ormai 16 anni dal trionfo di Valencia, ma Bertarelli e i suoi ragazzi sognano di rivivere quel momento
(Keystone)
14 settembre 2023
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Dopo mesi di preparativi, e anni di sviluppi tecnologici, i sei team impegnati nella trentasettesima edizione del trofeo sportivo più vecchio del mondo messo in palio per la prima volta nel lontanissimo 1951, anche se forse non tutti sanno che la Vecchia brocca, simbolo della moderna Coppa America alta più di un metro e pesante ben 14 chili, è stata realizzata da un gioielliere londinese soltanto nel 1948.

Da quest'oggi, sullo specchio di mare antistante Vilanova i la Geltrú, cittadina catalana situata a metà strada tra Barcellona e Terragona, i velisti di Alinghi, Team New Zealand, Ineos Britannia, Luna Rossa, American Magic e dell'Orient express racing team si daranno per la prima volta battaglia in quelle che sono le regate preliminari dell'America's Cup vera e propria, che scatterà nell'agosto dell'anno prossimo a Barcellona. «Siamo impazienti, per tutti noi è un nuovo challenge – dice il timoniere dei francesi di Orient express, Quentin Delapierre –. La sfida sarà capire come si comporta la barca e progredire il più possibile a livello delle regolazioni, così da avere molta fiducia al momento di metter piede sull'Ac75», l'imponente monoscafo di ventitré metri e dotato di foil, su cui gli equipaggi si daranno battaglia fra un anno. Le regate preliminari, invece, si terranno rigorosamente sugli Ac40, la classe dotata di foil più recente al mondo, oltre forse la più emozionante, siccome gli scafi possono raggiungere (e forse persino superare) i 50 nodi, sfiorando quindi i cento chilometri orari. «Non sarà la stessa barca, ma ha esattamente la stessa architettura», continua Delapierre. Il quale sa benissimo che domenica, quando si concluderanno le pre-regate, anche un eventuale successo non apporterà assolutamente nulla sul piano sportivo. «Ma siamo tutti dei regatanti e abbiamo voglia di prevalere sui nostri rivali – aggiunge il trentunenne velista bretone –, ed è sempre bello fare buona impressione».

Quanto ad Alinghi, l'equipaggio scelto per le prime regate sarà composto dallo skipper Arnaud Psarofaghis, dal timoniere Maxime Bachelin e da Yves Detrey e Bryan Mettraux, che si occuperanno delle regolazioni delle vele. Quattro ragazzi tutti rigorosamente di passaporto rossocrociato, viste anche le novità regolamentari, le quali richiedono che la totalità dell'equipaggio sia titolare di un passaporto del paese dello yacht club che ha lanciato la sfida. E a sentire Pietro Sibello, che occupa il ruolo di Sailing Team Advisor nell'organigramma di Alinghi, il quartetto elvetico è più che preparato. «Abbiamo svolto una gran quantità di allenamenti a bordo dei nostri due Ac40, quindi ci sentiamo preparati. Il team al completo si sta impegnando per aiutare l'equipaggio che parteciperà alle regate a dare il meglio di sé: navigare con due barche ci ha permesso di allenarci più duramente, e grazie al fatto di aver potuto mandare in acqua due equipaggi oggi abbiamo una squadra forte, cresciuta di giorno in giorno». Oltre ad Alinghi, gli equipaggi da tener d'occhio dovrebbero essere soprattutto quello degli italiani di Luna Rossa e dei neozelandesi di Peter Burling, il più giovane vincitore della storia, che trionfò nell'edizione 2017 quando aveva appena ventisei anni.