Nelle valli ossolane il ticinese ha dato spettacolo, portando a casa due medaglie d’oro. ‘Mi sono sentito bene dall’inizio alla fine’.
I Mondiali di Skyrunning svoltisi in Val d’Ossola hanno incoronato il ticinese Roberto Delorenzi, primo nella skyrace e ottavo nella vertical:«L’esperienza è stata ottima ed emozionante – racconta il 25enne –, era la mia seconda ai Mondiali dopo quelli dell’anno scorso in cui però avevo soltanto preso parte alla vertical, è stato bello incontrare tanti atleti che già conoscevo. Inoltre quest’anno è stato fatto il record di presenti, provenienti da trentacinque nazioni. Mi aspettavo di andare effettivamente meglio nella skyrace che nella vertical, visto che quest’anno mi sono proprio concentrato su gare più lunghe e oltretutto mi trovo bene in discesa. Era una gara piuttosto tecnica e proprio scendendo ho guadagnato diverso vantaggio sugli avversari. Pensavo di fare bene, ma di vincere proprio no, perché c’erano avversari che avevano risultati migliori dei miei fino a lì, per cui è un successo inaspettato».
Anche il tempo è stato di tutto rispetto… «Infatti mi sono sentito proprio bene, ho avuto sensazioni ottimali per tutta la gara e sono riuscito ad abbassare il record di due minuti, in una gara che nel 2019 era valida per i Campionati europei e che dunque era già stata svolta da gente forte, dunque sono ancor più soddisfatto. Inoltre i tempi combinati della vertical, che sono più brevi e che sono stati moltiplicati per quattro, e della skyrace mi hanno permesso di vincere l’oro anche della combinata, avendo ottenuto il tempo complessivo minore, è anche quella una bella soddisfazione».
Un successo suggellato anche dalla presenza della Rai, che ha realizzato un servizio sull’avvenimento, «mi ha fatto molto piacere, sono dodici anni che mi alleno per questo e da luglio, avendo finito l’università faccio il professionista, sicuramente iniziare con un risultato così è un buon punto di partenza».
Un fattore d’aiuto per Delorenzi è indubbiamente stata la buona conoscenza del percorso: «Assolutamente, è una gara nella quale ho debuttato nel 2015 e da lì in avanti ho sempre partecipato, tranne che nel 2020 quando è stata annullata per Covid, dunque era la mia settima edizione e conoscevo il percorso ormai piuttosto bene. Anche la vertical l’avevo già fatta tre volte, oltretutto la salita a differenza della skyrace di 30 km non richiede una conoscenza troppo approfondita».
Poi il viaggio verso gli Stati Uniti occidentali, per disputare altre due gare: «Sono partito lunedì scorso, la prima gara qui, la Pikes Peak in Colorado, l’ho disputata sabato, partendo da Manitou Springs per svolgere una mezza maratona in salita di 21 km, con un dislivello di 2400 metri. Ed essendo appena una settimana dopo i Mondiali l’ho un po’ patita: mi sono sentito bene per i primi 2 km sull’asfalto, ma quando la pendenza è iniziata ad aumentare mi sono sentito un po’ vuoto e privato d’energia, quindi sono salito a un passo che sapevo di poter tenere fino in cima. Inoltre a quella quota, il traguardo era posto a 4302 metri sopra il livello del mare, se non sei al top la fatica viene amplificata. Sono arrivato 16esimo, ma va bene così. Adesso il prossimo impegno è a Flagstaff in Arizona questa domenica, sarà una gara più simile a quella dei Mondiali, 26 km su e giù, con circa 2000 metri di dislivello».
Due gare che fanno parte del circuito Golden Trail Series: «Sono in totale sei gare, ma delle prime quattro ne ho disputate solo due, perché negli altri casi avevo gli esami all’università, rispettivamente ero già iscritto a un’altra gara, per cui in classifica non sono messo benissimo e comunque sono stato selezionato per i Mondiali di Corsa in montagna che si terranno a novembre in Thailandia e quindi non potrò andare a fare la finale della Golden Trail una settimana prima, in questo modo perderò tutti i punti accumulati. L’anno scorso invece ero arrivato ottavo, mentre per quest’anno non parlerei di ranking».
Poi ci sarà il finale di stagione… «Tornerò a casa il 27 settembre, da lì avrò un mese e una settimana prima dei Mondiali thailandesi, periodo durante il quale trascorrerò una settimana a St. Moritz per fare un po’ di altitudine. La garà sarà di 40 km, con 2800 metri di dislivello, sarà umido e caldo e quindi cercherò di abituarmi al caldo, magari andando una settimana da qualche parte al caldo, oltre a svolgere allenamenti lunghi, di una trentina di chilometri, una volta alla settimana».