Molti atleti pluricoronati sabato a Cadenazzo per la prima Festa cantonale ticinese
Il Ticino ha dovuto attendere 127 anni prima di organizzare una gara ufficiale della più popolare disciplina sportiva svizzera, ma il momento è finalmente giunto. Sabato 17 settembre a Cadenazzo, infatti, 200 fra i migliori lottatori del Paese parteciperanno alla prima Festa di lotta organizzata a Sud delle Alpi. Molta è la curiosità suscitata da un evento – e da uno sport – che alle nostre latitudini è ancora quasi sconosciuto, dato che l’Associazione cantonale ticinese di lotta svizzera (Atls) è stata fondata soltanto dieci anni fa. Qualche assaggio, per la verità, nella nostra regione lo avevamo già avuto – ad esempio a Gudo e a Vezia –, ma mai di livello così prestigioso: stavolta in palio ci sarà infatti la famosa corona. I responsabili della Festa – Atls e Gruppo Giochi tradizionali svizzeri – dunque, sono molto orgogliosi di aver finalmente portato quaggiù uno spettacolo del genere. Lo conferma il presidente del comitato organizzatore Bruno Schiavuzzi: «Siamo onorati di offrire ai ticinesi una forma d’intrattenimento così profondamente legata alla tradizione della Svizzera tedesca, una competizione che va dunque ben al di là degli aspetti puramente sportivi e che coinvolge la popolazione a livello culturale, basti pensare che l’ultima Festa federale, organizzata a Pratteln tre settimane fa, ha richiamato nel corso di un weekend ben mezzo milione di persone».
«Abbiamo stilato un programma ricco, con ben 200 lottatori, la metà dei quali ha già vinto almeno una corona», entra un po’ più nel dettaglio Edi Ritter, presidente dell’Atls. «Il nostro è uno sport dove regna il fairplay, nessuno reclama mai, discutere le decisioni dei giudici è semplicemente impensabile. Comunque vada, alla fine del combattimento, si toglie la segatura dalla spalla dell’avversario e si torna amici come prima». Ritter si dice rammaricato del forfait di due grandi nomi. «Purtroppo non ci sarà Wicki Joel (in questo ambiente rigorosamente il nome segue il cognome, ndr), il recente vincitore di Pratteln: ovviamente queste per lui sono settimane molto dense di impegni e festeggiamenti, proprio non è riuscito a infilare in agenda l’appuntamento di Cadenazzo. E mancherà pure il grande Reichmuth Pirmin, che si è infortunato a Brünig. In compenso avremo due atleti del calibro di Imhof Andi di Attinghausen (Uri) e di Von Ah Benji, entrambi pluridecorati ed entrambi a fine carriera. Per noi è un onore che abbiano scelto il Ticino per dire addio alla lotta. Senza dimenticare la presenza di ben 7 lottatori ticinesi».
Al contrario di quanto succede nelle Feste della Svizzera interna, dove i vincitori vengono premiati con capi di bestiame, per la kermesse in terra ticinese si è deciso invece di consegnare a coloro che trionferanno un trofeo più tradizionale, opera di uno scultore locale realizzata in sasso di Lodrino. Si tratta di una scelta precisa – dicono gli organizzatori – che abbiamo fatto per distinguerci e rendere unica la versione ticinese delle Feste di lotta. Per lo stesso motivo – continuano – anche la ristorazione sarà molto ben profilata: bandito il bratwurst, saranno serviti soltanto piatti ticinesi, come costine, risotto e luganighe. Idem per le bevande: niente succo di mela o alcolici d’Oltralpe, ma unicamente acqua, gazzose, vino e birra ticinesi. Ci si attende una buona affluenza di pubblico da Nord, anche perché l’evento in questi giorni viene lanciato bene dagli organi di stampa confederati.
Notevole la macchina organizzativa, che fa capo a un esercito di volontari. Le gare inizieranno alle 8 del mattino e proseguiranno fin verso le 17. I prezzi vanno dai 17 franchi per i posti in piedi ai 25 franchi per le panchine, fino ai 45 franchi per la tribuna coperta. Gratis fino a 16 anni.