Il danese vince al fotofinish la frazione con arrivo a Megève, in un pomeriggio ricco di colpi di scena. Ma la maglia gialla resta sulle spalle di Pogacar
Ripartita da Morzine dopo il lunedì di riposo, la carovana del Tour de France arriva a Megève, dove a spuntarla è il danese Magnus Cort al termine di un pomeriggio ricco di colpi di scena. Uno dei quali capita a una quarantina di chilometri dall’arrivo, quando sul tracciato fanno la loro comparsa sette attivisti con indosso delle t-shirt su cui sta scritto "restano 989 giorni", chiaro invito ad agire al più presto per invertire la curva delle emissioni di gas serra. Il pronto intervento delle forze dell’ordine non può naturalmente evitare un’interruzione precauzionale di una decina di minuti, con gli organizzatori che si vedono costretti a imporre la neutralizzazione temporanea della corsa. In fuga a quel punto, l’italiano Alberto Bettiol riparte con il medesimo vantaggio accumulato prima dello stop, ovvero di una trentina di secondi, e il toscano dell’EF Education prova a difendere il margine in un finale con arrivo in salita, all’altiporto di Megève, raggiunto dal tedesco Zimmermann a poco meno di dieci chilometri dal traguardo. I due vengono però fagocitati dagli altri inseguitori a sette chilometri e mezzo dall’arrivo, quando a provarci è lo spagnolo Luis Leon Sanchez, a sua volta raggiunto da altri tre compagni di fuga, poi inghiottiti dal resto dei fuggitivi che si dividono il successo in volata, dove vince al fotofinish il danese Magnus Cort.
La maglia gialla resta invece sulle spalle di Tadej Pogacar (che perde per strada un altro compagno a causa della positività al Covid, ovvero il neozelandese George Bennett), nonostante fino a qualche centinaio di metri dall’arrivo il leader virtuale della corsa fosse Lennard Kämna, venticinquenne tedesco in forza alla Bora-Hansgrohe: alla fine lo sloveno riesce a difendere il primato per undici secondi.