Il Neuchâtel con quattro stranieri per alcuni secondi, ma la Sam non fa reclamo e a norma di regolamento non ci saranno seguiti
Siamo agli sgoccioli. Quanto succederà in finale fra Olympic e Neuchâtel, non ci preoccupa particolarmente, se non per statistiche e albi d’oro. L’Olympic farà il ‘triplete’, agli altri il muriniano ‘zeru tituli’.
La partita di semifinale (intesa come gara 4) fra Neuchâtel e Massagno ha lasciato qualche dubbio, quando tutti erano sotto la doccia; chi per far sparire lo champagne dalla pelle, chi le lacrime. Il fatto che i neocastellani abbiano messo in campo, per una manciata di secondi, ben quattro stranieri – Timberlake, Giddens, Popovic e Morris – ha permesso di chiederci quali fossero le sanzioni in merito. Protesto? Si rifà la gara? Tutto in forse fino a gara 5? Ora, nessuno si è accorto della situazione: né quelli di Massagno, né il ‘tavolo’ e nemmeno – oso pensare – quelli del Neuchâtel, per il semplice motivo che fare harakiri non sarebbe stato intelligente.
Ma a fine partita non è stato inoltrato alcun reclamo da parte della Sam; perciò tutto finisce lì. Abbiamo chiesto al direttore tecnico della Federazione Erik Lehmann, il quale ci ha risposto che, a norma di regolamento, non succederà nulla. Se la situazione è scoperta sul momento, la squadra viene sanzionata con un fallo tecnico. Se nessuno se ne avvede, via che vado. Ha comunque rilevato (come il responsabile degli arbitri Pizio) che un errore tecnico passabile di ripetizione del match è stato commesso quando a James, che ha intercettato il pallone sul secondo tiro libero di Morris prima che arrivasse al ferro, non è stato fischiato un fallo tecnico. A tal proposito io dico: meglio così. Perché è stata una questione infinitesimale e difficile da valutare. Abbiamo assistito a un arbitraggio che ha rasentato la perfezione e che ci auguriamo di rivedere andando avanti. In una semifinale di questo livello non era facile mantenere un metro logico per 40 minuti, ma Stojcev, Vitalini e Jeanmonod sono stati veramente bravi e di una coerente linearità, che ha fatto felice ambo le squadre.
Una nota negativa è stata la regia televisiva della partita. Ho il sospetto che il regista non abbia mai seguito una gara sportiva che non fosse una maratona. Infatti ha spesso mancato di seguire le azioni, filmando invece scene inutili del pubblico, il quale per lo meno beneficiava della visione di quanto succedeva in campo, cosa che a chi guardava in streaming non era concesso. Un’assoluta incompetenza che ha tolto spesso pathos alla sfida. Auguriamoci che qualcuno gli abbia fatto capire che le azioni del basket non sono quelle della scalata dell’Everest e del curling, ma necessitano di un’attenta lettura di quanto succede in campo.