Il 20enne ticinese medaglia di bronzo alle Olimpiadi lascia il North Carolina: ‘Ora sono sereno: ritrovo i miei affetti, il mio ambiente’
Una decisione certamente sofferta, ma alla fine liberatoria: Noè Ponti, partito lo scorso agosto alla volta di Raleigh per iniziare un percorso accademico e sportivo con la North Carolina State University, fa ritorno in Ticino, per ripartire dal suo ambiente, dai suoi affetti, dalla dimensione dalla quale è stato evidentemente più difficile del previsto staccarsi. Anche perché, come lo stesso Noè ha voluto precisare, il bronzo olimpico dei 100 farfalla ha cambiato la sua vita senza che avesse veramente avuto il tempo di realizzarne la portata e di ricalibrarne i tempi e i luoghi. La gara, i ricevimenti, le feste, la partenza per gli Stati Uniti, nel breve volgere di poche intensissime settimane.
Alcune comprensibili difficoltà di ambientamento unite a una profonda riflessione fatta con la famiglia e la sua “squadra”, una volta venuto meno il carico emotivo dei frenetici mesi di luglio e agosto hanno portato Noè Ponti a maturare la decisione di fare ritorno a casa (sarà in Ticino già martedì). Un percorso accademico (da definire) resta nei suoi piani, per gli allenamenti torna ad affidarsi a Massimo Meloni e Andrea Mercuri e al resto del suo staff.
«In queste ultime settimane - racconta Noè in un comunicato diffuso via social - ho incontrato alcune difficoltà che hanno radici anche nel mio vissuto degli ultimi mesi. Con la fantastica medaglia vinta a Tokyo la mia vita è radicalmente cambiata repentinamente. Io resto sempre Noè, con i miei valori e i miei affetti, ma è innegabile che abbia vissuto un’accelerazione da zero a cento in meno di un secondo, senza nemmeno avere il tempo di rendermene conto. Al mio rientro in Svizzera e in Ticino sono stato accolto dall’entusiasmo e dal calore della mia famiglia, di tutti voi, dei media e pure da una moltitudine di persone che fino a poco prima probabilmente neppure sapevano chi fossi, ma che si sono appassionate alle mie avventure giapponesi. Tra un’intervista e l’altra, tra un festeggiamento e un ricevimento ufficiale, mi sono trovato a preparare le valigie per il mio trasferimento in North Carolina e, quasi senza accorgermi fino in fondo di essere salito su un aereo, sono arrivato alla Nc State University, a Raleigh. Il tutto senza un momento di pausa e di distacco e senza veramente avere il tempo di elaborare quanto mi è successo e mi sta ancora succedendo. In questo mese negli Usa, più che cercare di capire cosa fosse avvenuto, ho dovuto cominciare a conoscere molta gente e un ambiente inevitabilmente diverso dal mio, iniziare i corsi universitari e un nuovo percorso nel nuoto agonistico, con compagni e allenatori nuovi, che hanno cercato di accogliermi nel migliore dei modi. Nelle ultime settimane, ha cominciato ad affiorare in me un sempre più evidente affaticamento, soprattutto dal punto di vista mentale, che mi ha creato, e mi crea tuttora, diversi problemi nella gestione del quotidiano. Come sempre ho fatto finora, ho cominciato a parlarne con la mia famiglia e con i componenti del mio staff in Svizzera, con i quali mi sono sempre confidato. Ne ho discusso anche con i miei allenatori a Nc State, che comprendono le mie difficoltà. Tutti quanti concordano che, per potermi allenare in modo proficuo e ottenere i risultati che tutti ci aspettiamo, è fondamentale che io mi senta bene fisicamente, ma soprattutto mentalmente. Grazie a questi colloqui, in cui abbiamo provato ad analizzare possibili strade da percorrere che mi possano aiutare ad acquisire una maggiore serenità, sono giunto alla conclusione che per me, in questo momento, sia necessario rientrare alla base e ritrovare i miei affetti e il mio ambiente. Sono ancora dell’opinione che la decisione di trasferirmi negli States, al momento in cui l’ho presa, fosse la migliore possibile; ma nel frattempo il bronzo alle Olimpiadi ha letteralmente cambiato la mia vita e le mie prospettive; inoltre, il tempo tra la bellissima avventura di Tokyo e il nuovo grosso cambiamento causato dal trasferimento a Raleigh è stato per me, con il senno di poi, troppo breve, in rapporto alle forti emozioni vissute e non ancora digerite. Pertanto, come ho serenamente deciso di volare in North Carolina, ho altrettanto serenamente risolto, assieme alle persone che mi sono vicine, di rientrare in Ticino, dove riprenderò ad allenarmi con Massimo Meloni e Andrea Mercuri, seguito come sempre dagli altri membri del mio team. Gli obiettivi principali della stagione rimarranno pressappoco gli stessi e nei prossimi mesi valuterò nuovamente le opportunità di studio in Ticino, consapevole che ciò potrebbe significare dover accettare di impiegare un tempo più lungo per arrivare alla laurea».