I protagonisti del Galà dei Castelli unanimi nel sottolineare le belle emozioni vissute al Comunale
«Il calore emanato dagli spettatori è stato qualcosa di incredibile, le emozioni sono state parecchie – le dichiarazioni di Ajla Del Ponte a competizione conclusa –. Non posso però essere contentissima della gara perché ho commesso un errore in partenza che mi è costato caro... Il Comunale meritava sicuramente qualcosa di meglio di un 11’’11, ma questo è quello che sono riuscita a fare stasera e fa parte dello sport. Non si può controllare tutto».
Dopo una splendida stagione coronata da una finale olimpica sui 100 m, l’obiettivo principale per la prossima è chiaro: «L’intenzione è di continuare a migliorarsi, se sono delusa di un crono come questo la dice tutta; vorrei trovare ancora la costanza che ho avuto quest’anno correndo regolarmente sotto la barriera degli undici secondi».
Prima delle meritate vacanze un pensiero rivolto a Léa Sprunger è quasi scontato. «È una serata particolare, necessito ancora di qualche giorno per realizzare ma sicuramente mi mancherà. Abbiamo fatto tutto insieme negli ultimi sei anni, dico arrivederci a una compagna di allenamento e una persona importante della mia vita».
Un sentimento reciproco... «Ajla ha ancora molto potenziale, non ha dimostrato tutto il suo valore – ha affermato la 31enne vodese. – È in piena ascesa, ha conquistato la prima finale mondiale, penso che andrà ancora più veloce e potrà ottenere una medaglia».
Sprunger può comunque rallegrarsi per il proprio finale di carriera. «Le emozioni sono tante, ma anche belle. È vero che ora è ufficialmente la mia ultima corsa, è stato speciale e ho cercato di approfittare del pubblico per stampare un bel crono, che mi soddisfacesse, e penso di poter essere sollevata. Non potevo sperare di meglio che ritrovare uno stadio pieno con un bellissimo clima. È stato perfetto».
Ma cosa aspetta i rossocrociati nei i prossimi anni? «La Svizzera può fare tanto, ci sono tantissimi atleti e si sta professionalizzando la struttura. La mia generazione ha spalancato qualche porta a quelle future, ma c’è ancora del lavoro da fare per passare dalle medaglie junior e quelle élite».
Della nuova generazione fa indubbiamente parte Ricky Petrucciani. «È stata una serata poco soddisfacente: non sono partito velocissimo per mantenere qualche forza per il finale, ma la gamba non ha risposto – ha spiegato il 21enne onsernonese –. Il pubblico di casa è comunque importante e quindi ho cercato di dare fondo alle energie per fissare un bel tempo a Bellinzona, però sono veramente esausto dopo questa bellissima, ma estenuante, stagione». L’obbiettivo è chiaro, confermare le proprie prestazioni e puntare sugli Europei.
Una stagione positiva pure per l’altra rossocrociata capace di correre i 100 m sotto gli undici secondi. «È stata una stagione a dir poco incredibile, non mi sono sentita spesso stanca e ho percepito delle belle sensazioni – ha puntualizzato Mujinga Kambundji –. Sono felice di essere ritornata a Bellinzona, ho corso bene grazie a una cornice fantastica. Il clima con la presenza del pubblico cambia come il giorno e la notte, il supporto prima della partenza e dopo la linea finale è stato molto importante... Non avevo mai sentito un coro tutto per me, le persone qui sono sempre molto gentili e cortesi, quindi provo a restituire qualcosa».
Dopo parecchie splendide prestazioni, in cosa è possibile migliorare? «Credo di aver corso con grande costanza, molti crono sono stati sotto gli undici secondi. Ma ci sono ancora migliorie da apportare soprattutto nella seconda metà dei 100 m, dove la tecnica non è perfetta. Ho molto su cui lavorare per la prossima stagione».
Delle modifiche importanti per poter competere con atlete della caratura di Shelly-Ann Fraser Pryce. «Sono felice si essere ritornata, l’ultima volta avevo portato mio figlio e stavolta volevo salutare Bellinzona con una bella prestazione – ha spiegato la giamaicana –. Prendo sempre giorno dopo giorno, ma sono soddisfatta di quello che è accaduto in questa stagione e grata per il riconoscimento ricevuto dopo tanta dedizione. L’obbiettivo è sempre lo stesso, essere una campionessa».